Italia
È nata la «Consulta per il dialogo e la pace»
Fin dai primi passi i lavori della Consulta, che sono ufficialmente iniziati nella scorsa primavera, si sono caratterizzati per un clima di franco confronto sulle questioni in discussione, di volta in volta proposte dall’assessore Toschi con il concorso del professor Marco Ventura, dell’università di Siena, che ha offerto la propria collaborazione gratuitamente. Dopo un avvio, che è servito anche per comprendere meglio le finalità di un organismo nel quale rifluivano esperienze tanto diverse, si è venuto definendo un primo programma che prevedeva una riflessione collegiale sulla assistenza religiosa nelle strutture sanitarie regionali; il confronto su questo tema ha portato alla luce una ormai diffusa attenzione per la presenza di uomini e donne di tradizioni religiose diverse, che vivevano la sofferenza e la morte alla luce di un cammino personale non solo da rispettare ma soprattutto da conoscere.
La pluriennale esperienza della Chiesa cattolica, che proprio in Toscana ha promosso accordi pionieristici per la regolamentazione della assistenza spirituale, ha rappresentato un solido punto di partenza per la formulazione di un primo testo, condiviso da tutti, sul carattere e sulle modalità dell’assistenza spirituale, soprattutto nei momenti della conclusione dell’esistenza terrena dei credenti. Il testo Diritto del paziente al rispetto delle convinzioni religiose, approvato nella riunione della Consulta del 3 ottobre, sarà inviato all’Assessorato alla Sanità della Regione Toscana in modo da essere diffuso in tutte le strutture ospedaliere del territorio.
Al tempo stesso si è fatta sempre più forte l’istanza della formulazione di una carta di principi in modo da rendere manifesti la natura e le finalità della Consulta; si è venuta così elaborando una Dichiarazione per la pace tra le culture, articolata in dieci parole chiave (dialogo, pace tra le culture, memoria, riconciliazione del mondo, fraternità, conoscenza, perdono, ascolto delle vittime, libertà religiosa e di parola) «che stanno a fondamento dell’impegno della Consulta».
L’approvazione di questa Dichiarazione, al termine di un incontro vivace, partecipato, fraterno, se pure lascia in sospeso qualche aspetto, come d’altra parte si poteva facilmente intuire in un testo di sintesi, costituisce una tappa fondamentale non solo nei lavori della Consulta. Si tratta di un testo, il cui valore trascende la realtà toscana, assumendo una valenza nazionale e europea per il carattere innovativo dell’esperienza della Consulta regionale, alla quale la Chiesa cattolica è chiamata a prendere parte in modo dinamico per quella vocazione al dialogo ecumenico e interreligioso, che si è venuta rafforzando a partire dalla celebrazione del concilio Vaticano II. Proprio la scelta della piena condivisione delle dieci parole della Dichiarazione indica la strada da percorrere per un ulteriore approfondimento della riflessione sulla ricchezza delle religioni nel mondo e per il mondo.
Consulta interreligiosa: Dichiarazione per la pace tra le culture