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ELEZIONI EUROPEE: AFFLUENZA IN CALO, CRESCONO I PARTITI MODERATI, CALA IL PSE

(Bruxelles) – La partecipazione degli elettori alle votazioni per il nuovo Parlamento europeo si attesta al attorno 43,4% (i numeri non sono definitivi), due punti in meno rispetto alla tornata del 2004. I dati nazionali mostrano forti differenze, spaziando dal 20% circa della Slovacchia fino al 90% del Belgio (in alcuni paesi il voto europeo era abbinato a elezioni locali o regionali). Nella sede del Parlamento di Bruxelles i commentatori concordano sul fatto che, rispetto alle previsioni negative della vigilia, l’affluenza “si è avvicinata a quella registrata cinque anni or sono”. Il primo commento viene dal presidente uscente dell’Euroassemblea, il tedesco Hans-Gert Poettering: “La contenuta affluenza al voto ci deve interrogare. È un problema che si devono porre i politici, i partiti ma anche i mass media. Mi chiedo infatti come si fa informazione sull’attività del Parlamento europeo” da parte di stampa e televisioni. Poettering aggiunge: “Complessivamente i partiti pro-europei hanno un’ampia maggioranza nel nuovo emiciclo. Questo lascia ben sperare, perché occorre una solida cooperazione tra queste forze per costruire il futuro dell’Ue” .Secondo i dati affluiti a Bruxelles, ma non definitivi, le elezioni per l’Europarlamento segnano un aumento dei consensi nella maggioranza dei paesi Ue per i partiti moderati e conservatori, la contrazione dell’elettorato socialista e socialdemocratico, un’affermazione dei partiti verdi-ecologisti e la tenuta di quelli di tendenza liberaldemocratica. In crescita in alcune nazioni le forze euroscettiche o antieuropee. In Francia l’Ump del presidente Nicolas Sarkozy resta al primo posto, mentre si registra una forte diminuzione dei consensi per i socialisti; successo elettorale dei verdi. In Germania la Cdu della cancelliera Angela Merkel perde alcuni punti percentuali ma resta il primo partito (30,8%); forte diminuzione per i socialdemocratici; avanzano verdi e liberali (Fdp). In Spagna il Partito popolare supera il Partito socialista del premier Luis Zapatero. In Svezia i socialdemocratici, all’opposizione, superano di circa 8 punti il partito moderato al governo, mentre il partito dei “pirati informatici” raccoglie oltre il 7% delle preferenze, aggiudicandosi un seggio in emiciclo.“È una bella serata per il Partito popolare europeo”: il capogruppo del Ppe all’Assemblea Ue, il francese Joseph Daul, mostra soddisfazione per i risultati che dai 27 Stati membri affluiscono a Bruxelles. “Il nostro partito si rafforza quasi ovunque, mentre i socialisti diminuiscono”, spiega. Quindi aggiunge: “Quello che serve ora è un rapporto più stretto tra l’Emiciclo e i parlamenti degli Stati aderenti. Troppi deputati nazionali, infatti, non conoscono i dossier cui si sta lavorando” a Bruxelles e Strasburgo e “questo non aiuta a comprendere l’Europa e ciò che essa fa per i cittadini”. Martin Schulz, tedesco, capogruppo Pse, afferma: “È un momento amaro per la socialdemocrazia europea. Perdiamo consensi in vari paesi dove peraltro sono presenti situazioni diverse, come in Germania, Regno Unito, Spagna, Ungheria e Francia. Occorre però rispettare la democrazia e comprendere la volontà popolare. Comunque le nostre battaglie per l’Europa sociale e per la difesa dei diritti proseguiranno”.“Il nostro gruppo mantiene più o meno lo stesso numero di deputati e si conferma come forza decisiva, tra destra e sinistra, al centro dell’emiciclo”: Graham Watson, britannico, guida il gruppo Liberaldemocratico (Alde) all’Europarlamento. Si dice “soddisfatto” dei risultati del suo partito nei 27 Stati che hanno votato tra il 4 e il 7 giugno per il rinnovo dell’Assemblea. Il capogruppo uscente della Sinistra unita (Gue), il francese Francis Wurtz, si dice invece “preoccupato per l’elevato tasso di astensione. Occorre interrogarsi di fronte a quanto successo; i cittadini sono lontani da questa Europa delle liberalizzazioni e della precarietà del lavoro”. Wurtz sottolinea che la sinistra “mantiene invariato il suo peso relativo in aula e continueremo a operare per l’integrazione. Noi siamo per l’Ue, ma non condividiamo il crinale che essa ha preso in questi anni”. Daniel Cohn-Bendit, leader europeo dei Verdi, che hanno accresciuto i consensi in diversi paesi, afferma: “È un grande momento per l’ecologia politica. Continueremo le nostre battaglie” in sede Ue.Sir