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ERRORE IN ABORTO SELETTIVO; MPV: EFFETTO DELLA 194

L’errore avvenuto nello scorso giugno a Milano nel corso di un aborto selettivo è “un effetto negativo della legge 194 che, forse, gli autori della legge non volevano ma che l’equivocità dell’art. 6 non riesce ad evitare”. Ne è convinto Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita per il quale, “nonostante apparentemente non sia consentito l’aborto eugenetico, è oramai accettata l’idea che si possa discriminare tra esseri umani”. Per Casini, che in una nota diffusa a Firenze ribadisce la necessità di “un ripensamento complessivo” della legge 194, “l’aborto è sempre un male, ma la selezione embrionale aggiunge ingiustizia ad ingiustizia”, a maggior ragione “se ricordiamo che ci sono famiglie disposte ad adottare un bambino down e che il mongolismo consente oggi di condurre una vita felice”. Per il presidente del MpV, dopo avere ricordato l’ attività e l’esperienza dei Centri di aiuto alla Vita, “l’errore di Milano è venuto alla luce per l’eccezionalità del caso. Sarebbe rimasto nascosto se la gravidanza non fosse stata gemellare. Purtroppo – prosegue – l’errore diagnostico e l’errore tecnico nell’aborto sono frequenti”, mentre “nulla sappiamo negli altri casi ben più numerosi di aborti cosiddetti ‘terapeutici'”. Allora, in attesa di un ripensamento sulla 194, secondo Casini bisognerebbe eliminare “l’equivocità delle sue parole” e rendere obbligatorio “il riscontro diagnostico su ogni feto vittima del cosiddetto aborto ‘terapeutico’. I risultati dovrebbero essere comunicati al ministro della Salute perché ne possa riferire ogni anno al Parlamento”. (ANSA).