Italia

Emilia, segni di speranza per i terremotati

Carpi riparte dalla «Sagra». Riaprirà domenica prossima, 12 agosto, la pieve più antica della diocesi, Santa Maria in Castello, detta appunto chiesa della Sagra, nel centro storico cittadino. E qui, il 15 agosto, verrà celebrata dal vescovo, mons. Francesco Cavina, la festa dell’Assunta.

La preparazione della festa. «Non si poteva privare la città di Carpi di questo momento di preghiera fortemente radicato nella storia e nella tradizione», racconta il parroco della cattedrale, mons. Rino Bottecchi. «Tanto più – prosegue – in un contesto così difficile come quello che si è creato dopo il terremoto». Il parroco riconosce di aver trovato negli amministratori locali e« negli uffici tecnici molta comprensione e disponibilità per consentire alla comunità carpigiana di vivere appieno la solennità dell’Assunta. Potremo utilizzare la Sagra – spiega ancora il sacerdote – come luogo di celebrazione dei riti in questo tempo complesso e di transizione, che ci dà un motivo in più per essere presenti e ancora più numerosi degli anni passati per affidarci alla protezione e all’intercessione di Maria Assunta in Cielo». A Mirandola, invece, tutte le celebrazioni per la festa avranno come centro la tensostruttura del centro sportivo di via Posta, che attualmente ospita la sede della parrocchia.

Campanili “in sicurezza”. Nel frattempo, sono iniziati i lavori per la messa in sicurezza della cattedrale e dei campanili a Fossa di Concordia, Rovereto di Novi e San Giacomo Roncole. Obiettivo di queste opere è rendere agibile le aree e le abitazioni circostanti, permettendo alle famiglie che lì abitano di far ritorno alle loro case. Lavori in corso pure all’asilo parrocchiale di Fossoli, mentre si stanno compiendo carotaggi per verificare il terreno nelle sette parrocchie destinatarie dei centri di comunità che verranno messi a disposizione da Caritas italiana.

Una sala della comunità a Rovereto. A Rovereto di Novi, in particolare, nella chiesa in cui ha perso la vita don Ivan Martini, i Vigili del fuoco di Modena e alcuni volontari hanno messo al sicuro le opere d’arte e gli arredi, compreso l’antico coro ligneo; tre tele e i busti dei santi Pietro e Paolo sono stati consegnati al deposito della Soprintendenza dei beni culturali a Sassuolo, dove trovano riparo le opere d’arte lesionate dal sisma. La messa in sicurezza dell’edificio è poi partita dall’abside: “Al momento dell’avvio dei lavori – spiega l’economo diocesano, Stefano Battaglia – si è riscontrata un’eccessiva debolezza della parte posteriore dell’edificio che ha reso necessario un puntellamento al fine di evitare ripercussioni negative sull’intervento al campanile, essendo le due strutture collegate”. Sempre a Rovereto sarà realizzata anche una nuova sala della comunità, che non rientra tra le sette di Caritas italiana, e la cui spesa sarà sostenuta dalla parrocchia, dalla diocesi e da eventuali altri finanziatori. “La realizzazione di questa struttura – precisa l’amministratore parrocchiale, don Massimo Dotti – è stata pensata nella prospettiva di poter accogliere dignitosamente e al più presto il nuovo parroco di Rovereto, quando sarà nominato, e poter sostenere la ripresa delle attività pastorali di questa comunità così duramente provata”.

Un aiuto per l’oratorio Eden. Tra quanti s’impegnano per guardare avanti, un appello giunge dall’oratorio cittadino Eden di Carpi (info: www.effataonlus.it), che in questi mesi non ha interrotto la sua attività neppure per un giorno, nonostante sia stato gravemente danneggiato dal terremoto del 29 maggio: servono più di 900 mila euro e “dove troveremo le risorse necessarie?”, si chiede il direttore Simone Ghelfi. Dopo il sisma “l’attività – osserva – è stata ridimensionata ma non interrotta, e così sarà finché non potremo iniziare i lavori di ripristino degli spazi attualmente inagibili o inutilizzabili perché attigui ad aree a rischio”. Spazi esterni e tensostrutture, nella zona del campo sportivo, in questi mesi hanno accolto tutti: i ragazzi di terza media si sono preparati per l’esame con l’aiuto degli educatori, gli studenti della scuola Sacro Cuore (che si trova all’interno del complesso dell’oratorio) hanno svolto lì gli esami per la licenza media, mentre i piccoli dell’asilo nido e della scuola dell’infanzia hanno potuto terminare l’anno. In estate, concerti e tornei animano i pomeriggi e le sere, nel campo dell’oratorio si celebrano le messe domenicali e ci si ritrova per la preghiera. “L’obiettivo – per il direttore dell’oratorio – è continuare l’attività e lo faremo, in un modo o nell’altro. Sono tante le iniziative che in diversi modi qualificano questo luogo: la Pastorale giovanile della cattedrale con tutte le sue associazioni, le attività giovanili diocesane, il servizio alle categorie più fragili, insomma l’apertura alla città, ancora più preziosa – chiarisce – in questo momento in cui c’è ancora bisogno che i ragazzi s’incontrino e possano camminare insieme in un percorso di crescita umano e spirituale, sostenuti da figure educative in grado di accompagnarli su questa strada”.

Caritas toscane in Emilia in visita alle parrocchie colpite dal terremoto