Italia

Emmaus, assemblea mondiale. P. Zanotelli: «Dare dignità agli esclusi»

L’Assemblea mondiale di Emmaus internazionale riunirà dal 18 al 22 aprile 2016, a Jesolo (Italia) rappresentanti delle associazioni Emmaus che, nei 4 angoli del mondo, combattono ogni giorno la miseria e le relative cause. Uno spazio di concretezza politica che vedrà, ancora una volta, il nostro movimento impegnato a individuare modelli e strumenti comuni utile a ‘far rete’ e ad affrontare le grandi sfide della nostra epoca: le migrazioni, le guerre, la violenza del fondamentalismo di ogni origine e colore, ma anche le ingiustizie e l’iniqua distribuzione delle ricchezze e delle risorse del pianeta, la distruzione dell’ambiente.

Per introdurre questo grande momento, prestigiosi relatori sono stati invitati per dialogare sulla lotta contro la miseria: per l’Africa: Joséphine Ouedraogo, sociologa, già ministro nel governo Sankara, ministro nel governo di transizione democratica del BF sino al dicembre 2015, e già segretaria esecutiva di ENDA Terzo-Mondo… Per l’Asia: Medha Patkar (India): attivista e militante della comunità indiana nell’ambito sociale ed ecologico, coordinatrice dei movimenti di Alleanza Nazionale del popolo. Per l’America: Gustavo Dans ricercatore in scienze politiche (Universitario uruguaiano), specialista in politiche sociali e del Mercosur, è segretario esecutivo della rete di organizzazioni comunitarie e sociali del Mercosur. Per l’Europa: Alex Zanotelli (Italia). Missionario comboniano è il fondatore di diversi movimenti per la pace e la giustizia sociale. È direttore della rivista Mosaico di pace. Dopo aver studiato teologia a Cincinnati (Stati Uniti), ha dovuto lasciare, sotto pressione del governo locale, dove ha lavorato con il popolo Nuba del Sudan meridionale. Ha poi vissuto per anni nella baraccopoli di Korogocho, alla periferia di Nairobi (Kenya). Vive a Napoli, in giro per l’Italia. Lo abbiamo intervistato.

Padre Zanotelli, qual è la sua visione/conoscenza di Emmaus?

«Conosco Emmaus da tempo, e posso dire che questo Movimento ha fortemente influenzato la mia vita. Sono stato molto in contatto con le Comunità italiano e con Graziano Zoni. Ho visto ed ammirato il lavoro di Emmaus a Villafranca. In Kenya nella grande discarica a Korogocho avevo sempre presente questo modello».

Che ci trova di singolare/speciale nel modello Emmaus?

«Penso che tre motivi lo rendano ammirevole: – Dà priorità a tutti gli ultimi, gli esclusi. Dà loro la possibilità di ritrovare un senso alla loro vita. – Non ha la carità, dona loro la dignità; e a partire da quello che la società butta via Per me, è questo il cuore dell’esperienza Emmaus. – E tutto è fatto non individualmente, ma in comunità. E questo collettivo è fondamentale».

Come vede il futuro del Movimento?

«Il sistema in cui viviamo produce sempre di più degli esclusi. C’è tanta, troppa sofferenza. La società ha un profondo bisogno di Comunità Emmaus. Il Movimento avrà ancora molto lavoro nei prossimi anni».

Quali sono le sfide alle quali Emmaus dovrà rispondere?

«La maggiore è e sarà la crisi ecologica. Il sistema produce troppe cose che vengono buttate. Cercando di ridare a queste cose la loro utilità, Emmaus ridona alla gente la strada che le è negata. Emmaus deve anche continuare a diffondere la sua magnifica esperienza della Comunità. Il sistema isola gli individui. Emmaus lotta contro l’isolamento e la chiusura, riproponendo, ricostruendo il vivere insieme. E di fronte alle sfide degli estremisti religiosi, Emmaus dà una lezione al mondo: ognuno è accettato quale che sia la sua religione e, meglio ancora, possiamo vivere insieme pur avendo fedi diverse. Perché, a Emmaus, ciascuno è accolto, semplicemente, perché è un Essere umano, una Persona».