Italia

Emmaus, dalla Toscana la solidarietà con Srebrenica

di Giovanni Spinoso

Ricordiamolo: 12 anni fa il più grave genocidio in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale si è consumato nel luglio del 1995 a Srebrenica, cittadina enclave musulmana nella Bosnia orientale serba, che era sotto assedio da tre anni. Più di 8 mila 300 civili musulmani, per lo più uomini e ragazzi, furono trucidati e gettati in fosse comuni da milizie serbe-bosniache, mentre il contingente olandese dell’Onu che doveva proteggere la popolazione, si fece da parte lasciando campo alle atrocità.

Nel luglio scorso a Budak, nei pressi di Srebrenica, sono state trovate nuove fosse comuni, con i resti di altre 110 vittime. È ripartito così quel certosino lavoro di pulitura , di accertamenti presso i laboratori specializzati nella città di Tuzla per risalire al dna e poter dare sepoltura con il loro nome a persone ritenute disperse in tutti questi anni.

Testimoni di questo ritrovamento sono stati anche i giovani volontari italiani che hanno partecipato al Campi estivi internazionali organizzati dalla Comunità di Emmaus di Arezzo nel luglio ed agosto scorso nelle cittadine di Srebrenica, Gracanica, Doboj, Odzak e Tuzla.

È dal 1993, in piena guerra nei Balcani, che è iniziata un’attività di collaborazione e di contatti da parte della Comunità di Emmaus di Arezzo con dei gruppi della Bosnia- Erzegovina, grazie anche alla preziosa presenza in Bosnia di un volontario italiano,un ex attore Bruno Zanin, il Titta del film Amarcord di Fellini.

Da allora l’impegno concreto non è mai cessato, racconta Franco Bettoli, responsabile dal 1973 della Comunità Emmaus di Arezzo. Molti i progetti portati avanti in questi anni, insieme ad una associazione bosniaca di riferimento, il Forum internazionale della solidarietà, che ha la base operativa a Gracanica, vicino a Doboj.

Franco Bettoli l’ha vista nascere durante la guerra e piano piano questo gruppo di giovani si è impegnato in moltissime attività fino a gestire nel 1999 un Campo profughi kosovari per oltre 600 persone.

Ora quelle strutture, dopo la partenza dei profughi, accolgono anziani, malati mentali e ragazze vittime dei traffici umani. Aggiunge Bettoli:«Oggi è forse la struttura sociale più importante della Bosnia.Questa associazione ha la volontà di impegnarsi nelle situazioni di sofferenza. E Srebrenica è sicuramente il luogo visibile di questa sofferenza e di questo abbandono. Molti,troppi, anche in Europa , si sono disinteressati».

Il tribunale dell’Aja ha riconosciuto quest’anno il genocidio della popolazione musulmana commesso dalle milizie serbe-bosniache. E la tensione si è di nuovo acuita. La gente di Srebrenica, soprattutto le donne mussulmane, ha chiesto l’uscita dalla parte amministrata dai serbi per diventare un distretto autonomo legato direttamente a Sarajevo.

Nello stesso tempo i serbi della Bosnia stanno aspettando la decisione dell’Onu sullo statuto del Kosovo. E in caso di indipendenza del Kosovo, anche i serbi/bosniaci chiederebbero la loro separazione dalla Bosnia. «La base della riconciliazione nasce dal riconoscere la verità – dice Franco Bettoli –, ma i serbi bosniaci non sembrano avere leaders all’altezza di questo compito. Cerchiamo allora di lavorare sui giovani, dando una cornice europea ai vari programmi, facendo vedere che da una cittadina tristemente nota per questo massacro possono nascere iniziative di speranza.Ora stiamo lavorando, d’accordo con il sindaco di Srebrenica, Abdurahman Malkic, ed il Forum Internazionale di Solidarietà alla creazione di un Centro Giovanile di Servizio Civile Europeo».

L’idea è quella di accogliere nel Centro a turni di 4-6 mesi una quindicina di giovani di tutta Europa per attività sociali e di recupero ambientale nei villaggi molto isolati in montagna,(anche a 10 chilometri dalla città) dove vivono vedove con bambini. Alcuni programmi sono rivolti ai giovani di Srebrenica per dare loro orizzonti fuori dalle ristrettezze nazionalistiche.

Inoltre il nuovo Centro potrà mirare meglio gli interventi dei giovani volontari europei che parteciperanno ai prossimi campi estivi internazionali, promossi dalla Comunità di Emmaus e dal Forum.

Domenica 11 novembre il sindaco di Srebrenica Malkic sarà ospite della Comunità di Emmaus a Firenze al Teatro Saschaal sul Lungarno, dove per tutta la giornata sarà allestita una grande mostra-mercato con interessante materiale storico: ex- libris, curiosità, documenti, molti dei quali del Granducato di Toscana. Il ricavato delle vendite finanzierà proprio il progetto del Centro giovanile permanente a Srebrenica.