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FISC E FAMIGLIA: CHIUSO OGGI A FABRIANO IL CONVEGNO NAZIONALE CON DIBATTITO SU SPORT E EDUCAZIONE

Una “parola convincente” sulla famiglia. L’ha pronunciata il convegno nazionale della Fisc, che, celebrati a Fabriano i 100 anni del settimanale diocesano “L’Azione”, si è chiuso questa mattina a Matelica. “La vera emergenza educativa: la famiglia nel lavoro, nella scuola, nello sport” il tema che ha fatto da filo conduttore all’evento, che oggi ha proposto una tavola rotonda sul terzo degli elementi in discussione, lo sport.Un disegno coerente. La famiglia come un “disegno unitario” composto da tanti tasselli, ognuno al suo posto, è l’immagine proposta in chiusura dei lavori da don Ivan Maffeis, vicedirettore dell’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali. “Oggi – ha osservato – può succedere che si parli di famiglia senza crederci, senza essere convinti che sia un modello di riferimento, un disegno in cui i singoli tasselli che lo compongono hanno una loro collocazione coerente”. Ma, a ricordare come sia questo disegno, contribuiscono “maestranze qualificate” tra cui “i settimanali che costituiscono la bella famiglia della Fisc, Avvenire, l’agenzia Sir, Tv 2000, Radio InBlu, l’Ucsi con l’impegno che sta portando avanti nella formazione”. Don Maffeis ha richiamato “la necessità di emanciparsi rispetto alla tendenza attuale di correre da soli rinsaldando il senso di appartenenza” in famiglia, nella Chiesa, nella Federazione dei settimanali, “valorizzando la responsabilità e dando fiducia alle persone”. Infine, il ricordo di mons. Giuseppe Cacciami, presidente del Sir e già presidente della Fisc, scomparso lo scorso marzo, e il suo invito ad andare avanti “con il passo della Chiesa che testimonia la sua popolarità, bellezza, fiducia per l’umanità”, “a maggior ragione – ha aggiunto il vicedirettore delle comunicazioni sociali della Cei – quando si parla di famiglia”.Fare cultura. “I nostri giornali raccontano tutto il bene che le nostre famiglie fanno nel nascondimento, ma dobbiamo tener presente che non basta parlare: occorre non chiudersi in difesa, valorizzare la famiglia per quel che è”. Tracciando al Sir un bilancio del convegno, il presidente nazionale della Fisc, Francesco Zanotti, ha evidenziato la necessità di contrastare “una cultura che vuol mettere la famiglia in un angolo” essendo “propositivi”. E, riguardo allo sport, ha sottolineato l’importanza di “un’alleanza tra famiglia e sport, poiché entrambe sono agenzie educative”. Della “forza profetica di un settimanale, che partendo dall’ispirazione evangelica fa cultura vera, iscrivendosi nella vita della comunità”, ha parlato mons. Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo, celebrando la Messa per i convegnisti nella concattedrale di Matelica. Il presule ha ricordato i 100 anni de “L’Azione” e l’importanza che i giornali del territorio offrano “parole di verità”. “I settimanali diocesani – ha rimarcato – sono collocati nell’obbligo dell’evangelizzazione nuova”, dove l’accezione “nuova” non riguarda il messaggio ma le “modalità di annuncio”, il modo in cui viene detto il “vocabolario evangelico”.Nello sport come nella vita. Lo sport come “palestra di vita”, “spazio educativo dove imparare a ‘vincere’”, è stato il tema della tavola rotonda conclusiva del convegno, nella quale il direttore di “Avvenire”, Marco Tarquinio, ha evidenziato l’importanza delle regole. “Senza rispetto delle regole – ha detto – c’è solo la legge del più forte, del più violento, del più rapido” e “lo sport ci aiuta a capire dove si arriva se non c’è il senso delle regole”, ha aggiunto facendo riferimento alla crisi di fiducia, ad esempio verso il ciclismo, a seguito dell’emergere di casi di doping. D’altra parte, però, “lo sport è oggi il miglior modo per rispondere a un’emergenza educativa, perché con esso si trasmettono valori fondamentali come democrazia, uguaglianza e meritocrazia”. “Valori che, se declinati nella società, possono contribuire al raggiungimento del bene comune”, ha precisato Luca Pancalli, vicepresidente del Coni e presidente del Cip (Comitato italiano paralimpico). Pancalli ha inoltre richiamato la necessità di un “agonismo sano, nello sport come nella vita, che contribuisca a formare le giovani generazioni”. Un agonismo, ha ribadito, non dettato dal desiderio di “denaro e celebrità”, ma motivato dal “puro gusto della competizione. Competizione fatta di vincitori e vinti, dove i vinti non sono sconfitti, ma protagonisti assieme ai vincitori”. Per “sentirsi ed essere protagonisti è sufficiente un sogno e non per forza una vittoria”, ha rimarcato Lorenzo Minotti, ex calciatore della nazionale italiana, ricordando la finale della coppa del mondo di calcio “Usa ’94” persa dall’Italia. Infine Francesca Cipolloni, segretaria nazionale Fisc e moderatrice dell’incontro, ha esortato i giornalisti, e tutti i media in generale, a “raccontare il volto sano dello sport” che spesso, anche se “è quello vissuto con più gioia e passione, è il meno trattato dall’informazione”. (Sir)