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Famiglia: mons. Paglia (Santa Sede), reagire ad «attacchi violentissimi»

In una cultura che «mette in questione l’istituto familiare in maniera ancor più radicale che in passato», i credenti sono chiamati ad una «nuova audacia», che consiste in primo luogo nel «difendere la famiglia dagli attacchi violentissimi a cui è sottoposta». Perché la famiglia è un «patrimonio dell’umanità», come amava sottolineare Benedetto XVI, e Papa Francesco «ne fa uno dei cardini della sua missione apostolica». Lo ha detto monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, presentando oggi in Sala stampa vaticana il Convegno internazionale “I diritti della famiglia e le sfide del mondo contemporaneo”; organizzato dal citato dicastero pontificio nel XXX anniversario della «Carta dei Diritti della Famiglia», elaborata nel 1983 su incarico di Giovanni Paolo II.

A 30 anni dalla sua pubblicazione, la Carta è rimasta «un documento poco conosciuto». Per questo il pontificio Consiglio ha ritenuto opportuno riproporre il testo in cinque lingue: italiana, inglese, francese, spagnola e portoghese, con un commento di mons. Paglia. «Se la famiglia è comunione di persone, la sua autorealizzazione dipende in misura significativa dalla giusta applicazione dei diritti delle persone che la compongono», ha detto mons. Paglia citando la «lettera alle famiglie» di Giovanni Paolo II e mettendo l’accento sulla «soggettività giuridica» delle famiglie. 

«La famiglia deve essere riportata anche nel cuore della riflessione giuridica», ha proposto mons. Paglia auspicando «una riflessione sulla famiglia nel contesto della globalizzazione», che deve avvenire «sia sul piano del diritto civile che sul piano del diritto canonico», ambito quest’ultimo in cui «mi pare ancora del tutto assente un diritto di famiglia». «In passato – ha ricordato il presidente del dicastero pontificio – il pensiero giuridico dell’umanità è stato arricchito in maniera determinante dall’apporto del pensiero giuridico dei cattolici»: «Se penso al dialogo strettissimo che c’è stato nei secoli passati tra diritto romano, diritto canonico e pensiero umanista, come non lamentare una latitanza nel tempo contemporaneo?», l’interrogativo posto dal relatore, secondo il quale «i giuristi cattolici sono chiamati ad un nuovo impegno culturale che interessi trasversalmente l’intero pianeta». «Non possiamo lasciare i diversi Paesi e le diverse sedi internazionali, ove si decidono le sorti dei popoli e delle famiglie – l’appello di mons. Paglia – agire senza il contributo specifico del pensiero giuridico di ispirazione cattolica ed anche umanista. Sappiamo tutti quanto i processi legislativi siano di fatto inficiati da pregiudizi ideologici o da lobbies che portano avanti interessi di parte. È urgente alzare il livello culturale del dibattito».