Italia

Famiglie numerose: il nuovo Isee non tiene conto abbastanza dei costi dei figli

L’osservatorio politico delle Famiglie numerose riconosce elementi positivi nella riforma del regolamento dell’Isee, primo tra tutti il contrasto all’elusione fiscale: d’ora in poi non sarà più conveniente per una coppia di conviventi dichiarare residenze diverse, al fine di ottenere agevolazioni nei servizi erogati dai comuni. Né assisteremo più a chi, per non denunciare risparmi, prosciuga il suo conto corrente bancario prima della fine dell’anno (fino ad oggi chi intendeva presentare l’Isee doveva documentare il patrimonio mobiliare posseduto al 31 dicembre dell’anno precedente alla richiesta) per poi riaprirlo pochi giorni dopo, ad inizio anno nuovo.

L’associazione, però, critica altresì diversi elementi contenuti nel Dpcm. Ecco quali

Figli con handicap. E se fossero più di uno? – L’articolo 4 contempla le sottrazioni da operare nel calcolo dell’Indicatore della situazione economica (Ise). Fino ad un massimo di cinquemila euro potranno essere sottratti  dal patrimonio disponibile in presenza di disabili. «Bene. E se i figli disabili fossero più di uno?» si chiede il direttore dell’osservatorio Anfn Alessandro Soprana.

Se si è in affitto– Fino ad un massimo di settemila euro potranno invece essere famiglie numerose: il nuovo isee non tiene conto abbastanza dei costi dei figli sottratti dal patrimonio disponibile – per valutare l’effettiva ricchezza del nucleo – se la famiglia vive in un appartamento in affitto. «Bene. Ma le famiglie numerose hanno bisogno di case adeguate che, data la superficie, costano di più». Alla legittima obiezione: «non occorre affittare per forza una casa grande» Alessandro Soprana risponde: «eppure la legge prevede limiti minimi di superficie per inquilino e più di una volta le famiglie numerose non hanno ottenuto una casa popolare perché di superficie non idonea».

Se si vive in case di proprietà – Non finisce qui. Il single che ha una casa di proprietà potrà usufruire, nel calcolo dell’Ise, di unafranchigia  di 5mila euro. Una cifra che cresce di 500 euro per ogni componente il nucleo famigliare successivo al primo, fino ad un massimo di 7000 euro, ovvero fino a cinque componenti (moglie, marito, tre figli). E le famiglie composte da più di cinque componenti?

La scala di equivalenza – Il punto su cui si concentrano le critiche dell’osservatorio Anfn è la scala di equivalenza. Il nuovo Isee lascia sostanzialmente invariato il valore dei figli. Il primo figlio – o nonno in casa –  varrà 0,47, il secondo 0,42, il terzo 0,39, dal quarto in poi 0,35. Se i figli sono minorenni, parametri ritoccati: al nucleo familiare «in cui entrambi i genitori o l’unico presente abbiano svolto attività di lavoro e di impresa per almeno sei mesi nell’anno di riferimento dei redditi dichiarati» il parametro della scala di equivalenza riconoscerà un coefficiente aggiuntivo di 0,2 complessivo (un vantaggio che già esisteva nel vecchio Isee).  Inoltre se i figli minorenni sono almeno tre, il parametro salirà di un ulteriore 0,2, se i figli minorenni saranno quattro la maggiorazione sarà di 0,35, se i figli minorenni saranno almeno cinque la maggiorazione sarà di 0,5.

Ritocchi giudicati non sufficienti da Anfn. Commenta Alessandro Soprana: «Abbiamo provato a fare delle simulazioni, arrivando alla conclusione che  economie di scala in presenza di più componenti non permettano risparmi molto superiori al 20% per ogni componente aggiuntivo». Esistono, insomma, nella gestione dell’economia di una famiglia, spese indivisibili, prime tra tutti le spese mediche e d’istruzione dei figli.

Secondo Anfn, per «mantenere inalterato il livello di vita di ogni componente, la scala di equivalenza dovrebbe valutare meglio i figli, riconoscendo loro un parametro pari ad un coefficiente di 0,785 a figlio».  Sotto quella soglia, le opportunità per ogni figlio si riducono. «Ad esempio, molti figli di famiglie numerose – commenta Carlo Dionedi –  devono rinunciare, obtorto collo, ad iscriversi all’Università».

La scala di equivalenza simulata da Anfn si avvicina, tra l’altro, al quoziente familiare alla francese e al quoziente Parma, purtroppo annullato dall’attuale giunta Pizzarotti.

Ma parametri di questo tipo non rischiano di dilatare il numero degli aventi diritto a certe prestazioni, sì che il sistema finisce per essere economicamente insostenibile? «Sarebbe sufficiente abbassare i livelli Isee fino ad oggi fissati per accedere alle prestazioni, per ritrovare l’equilibrio economico» conclude Soprana.