Italia

Festival Economia: Cottarelli, «sorpreso da chiamata Mattarella. Uscire da Euro sarebbe errore»

«Il fatto che ci sia un governo politico è un’ottima notizia per l’Italia». A dichiararlo è l’economista Carlo Cottarelli, ex presidente del Consiglio incaricato, intervenuto a Trento al Festival dell’Economia per presentare il suo libro «I sette peccati capitali dell’economia italiana».

«Avevo detto all’inizio, quando si parlava di governo tecnico o politico, che quello di cui aveva bisogno l’Italia era un governo politico. Poi in assenza di un governo politico allora l’unica soluzione era un governo neutrale, cosa sulla quale ero in pieno accodo con il presidente Mattarella. Un governo neutrale che portasse il Paese alle elezioni».

«Quando mi aveva chiamato Mattarella, stavo correggendo gli esami dei miei studenti e mi preparavo a guardare la settima puntata della quarta serie di Breaking Bad», ha rivelato l’economista alla folta platea che gremiva l’aula nella Facoltà di Lettere dell’Università di Trento. «La telefonata del Capo dello Stato nella quale mi chiedeva di formare il governo mi ha un po’ sorpreso».

Nel suo intervento Carlo Cottarelli ha anche risposto a domande sul contratto Lega-M5S: «La parte che mi crea qualche problema è questa idea che per crescere di più ci vuole più deficit pubblico: su questo non sono d’accordo» ha detto. «L’Italia ha un debito pubblico già elevato e questo è un grosso problema. Però è positiva tutta la parte che riguarda la semplificazione, la burocrazia, la lotta corruzione e all’evasione fiscale, anche se userei altri strumenti».

Netto anche il giudizio sulle esternazioni recenti del Commissario europeo: «Oettinger doveva essere mandato via. Non basta una scusa quando si dicono certe cose». «Tuttavia – ha aggiunto -non dobbiamo negare i nostri ‘peccati’, se vogliamo migliorare. È giusto essere criticati, con i dovuti toni».

«Uscire dall’Euro sarebbe un errore per l’Italia. Non potremmo risolvere tutti i problemi facendo stampare denaro alla Banca d’Italia, anzi, con una ipotetica nuova moneta gli standard di rigore forse dovrebbero essere più forti di ora», ha detto ancora l’economista. «Ma nel mio libro dico anche che noi abbiamo vissuto male la nostra entrata nell’Euro, perché pensavamo di poter fare le stesse cose che facevamo prima. Così i nostri costi di produzione hanno continuato a crescere abbattendo la nostra competitività soprattutto nei confronti della Germania: la svalutazione però non è la soluzione. Deprimerebbe il potere d’acquisto e penalizzerebbe i risparmiatori».