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Fine vita: Scienza & Vita, confronto sereno, sempre dalla parte dei malati

«Per mantenere aperto il dialogo sul fine vita – affermano Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello, presidente e co-presidente dell’associazione – è necessario dare voce anche ai malati, alle famiglie, alle associazioni e a tutti coloro che in varie forme, negli ospedali e nel servizio di assistenza domiciliare, si prendono cura dei pazienti, bisognosi di sostegno e di rispetto, più che di ‘pietose’ decisioni».

«In questi anni abbiamo continuato a tenere alta l’attenzione sul tema promuovendo convegni, incontri e dibattiti per difendere i più fragili dall’arbitrio della società dei sani», proseguono, facendo notare che «il dibattito prepolitico, incentrato sui possibili dettati di una buona legge in materia, non può prescindere da elementi fondanti quali l’alleanza terapeutica tra medico e paziente, la previsione di alimentazione e idratazione come sostegni vitali, il rifiuto di ogni accanimento sproporzionato». Soprattutto però, il dibattito politico «non può sottrarsi dal caposaldo di ogni democrazia: la tutela dei più deboli dagli abusi del sistema». «L’opzione eutanasica non può essere intesa come scelta di libertà – ammoniscono Ricci Sindoni e Coviello – ma piuttosto come il segno doloroso dell’emarginazione del singolo e della resa a una società dello scarto che preferisce eliminare anziché accompagnare».