Italia

Fisc, Zanotti: settimanli cattolici a rischio per Piano Poste e tagli ai contributi diretti

L’editoria cattolica, «presente sul mercato da lungo tempo e con prodotti di ogni genere», costituisce «una presenza variegata e diffusa, molto radicata negli anni, ma oggi non meno in difficoltà rispetto alla stampa cosiddetta laica». E se «alcuni negli ultimi tempi hanno alzato bandiera bianca e hanno deciso di chiudere l’edizione cartacea», tra costoro vi sono pure dei «fogli diocesani». È il grido d’allarme di Francesco Zanotti, presidente della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), che in un contributo sulla crisi della stampa cattolica su «A sua immagine settimanale» evidenzia due punti deboli, che mettono a rischio i giornali del territorio. Il primo è l’annunciata consegna «a giorni alterni» della corrispondenza prevista dal Piano di Poste italiane «per i Comuni con meno di trentamila abitanti e con una densità inferiore ai 200 abitanti per chilometro quadrato». «Evidenti», afferma Zanotti, sono «le difficoltà causate a quotidiani e settimanali che fanno dell’abbonamento via posta, segno di un forte legame con i lettori, il loro fiore all’occhiello». «Una vera e propria mazzata», la bolla il presidente della Fisc, e se da una parte «non esiste in Italia una reale alternativa a Poste», dall’altra l’Unione europea «impone agli Stati membri» il recapito quotidiano, «a parte eccezioni del tutto particolari, non certo come quelle messe in atto di recente in Italia e che coinvolgono 15 milioni di cittadini».

Secondo punto dolente è «la riforma dell’editoria, in particolare per quel che riguarda i contributi diretti», «soldi invisi all’opinione pubblica che non distingue tra sussidi a pioggia e sostegno al pluralismo e alla libertà d’informazione». Zanotti chiede «equità e rigore» ed esprime apprezzamento per «la proposta di legge che sta per arrivare in Parlamento in queste settimane», secondo la quale «il sostegno sarà riservato a editori non profit o a cooperative di giornalisti e sarà parametrato, per tutti, sulle reali vendite, con un tetto calcolato sui ricavi». «Una buona base di partenza – è il giudizio di Zanotti – per avviare il confronto».

Lavorare con professionalità, fare prodotti «utili», vivere «il territorio». Sono i tre elementi per superare la crisi e guardare al futuro, ad avviso di Francesco Zanotti. «Non ci si può più accontentare di mettere in pagina oppure online prodotti fatti bene, Non è più sufficiente. Occorre farli benissimo», stigmatizza il presidente della Federazione. In secondo luogo la vera chiave di volta, «mettere insieme giornali utili, che servano ai lettori. Giornali di servizio che si leggono non per fede, ma per convinzione. Giornali pieni di notizie, originali, con i fatti che nessuno racconta». In terzo luogo il territorio, che «va vissuto, amato, rispettato». «Si deve pensare al giornale, nell’era che stiamo vivendo, in cui le piazze rischiano di essere solo quelle digitali, come a un luogo in cui i lettori si ritrovano, si confrontano e dialogano. I giornali andrebbero pensati in grado di suscitare domande e capaci di fare alzare lo sguardo, ancorati nella realtà, per spaziare con grande libertà sull’Italia, sul mondo, su tutto l’umano».