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GRUPPO MARITAIN: LE CARCERI A PISTOIA? UNA SITUAZIONE DISUMANA

“Il carcere pistoiese, che ha una capienza di 74 posti letto, ospita attualmente oltre 150 detenuti. All’interno l’aria è irrespirabile. Alcuni dormono nel sottoscala, altri su materassi stesi nel parlatorio. Le attività di formazione, seppure imposte dalla legge, vengono svolte solo parzialmente. I fondi previsti dalla legge Gozzini per finanziare le attività di reinserimento dei carcerati, mai utilizzati negli anni, si sono accumulati”.E’ un passo centrale dal documento (“Le carceri, un dramma che ci tocca da vicino”) predisposto dal gruppo che, in ambito cattolico a Pistoia, si occupa di riflessione sulla politica: guidato da mons. Giordano Frosini e intitolato al pensatore Jacques Maritain, il gruppo ha di recente prodotto un intenso documento sulla “drammatica situazione delle carceri italiane” che “non sembra scuotere l’opinione pubblica del mostro paese assorbita da tanti altri problemi e, soprattutto, sempre più allineata sugli schemi di una mentalità individualistica e, alla resa dei conti, persino egoistica”.Fatta propria la premessa di quanto prescrive, a proposito di pene carcerarie, l’art. 27 della nostra Costituzione (“Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”), il documento evidenzia, sul piano nazionale, “lo scandalo del sovraffollamento delle nostre carceri” e si sofferma sul dramma dei suicidi in carcere (72 nel 2009: 6 ogni mese). I prigionieri suicidi sono, in particolare, tra le persone in attesa di giudizio.Il capitolo centrale è tutto dedicato alla situazione pistoiese nella cui casa circondariale, dal 1985, opera l’associazione “Il Delfino” con una assistenza costante effettuata da volontari in appoggio alla attività del cappellano. Molti i detenuti, abbandonati dalle famiglie, privi di mezzi di sostentamento e assistiti nelle piccole necessità quotidiane (schede telefoniche e fornitura di biancheria e di beni di prima necessità). “Cronica”, anche a Pistoia, l’assenza di personale di sorveglianza e “pessima” la situazione finanziaria del carcere: i volontari – è scritto nel documento – “non si peritano a definire disumana la situazione carceraria pistoiese” con immagini “più simili alle galere dei secoli passati che a moderni istituti di rieducazione”.Nell’ultimo capitolo (“Le nostre conclusioni”) il “gruppo di riflessione politica Jacques Maritain” sostiene che non sono necessari nuovi edifici carcerari. 6 gli spunti su cui costruire proposte: adeguare gli edifici esistenti (“L’ASL dovrebbe verificare se le normative sugli spazi minimi di vivibilità siano rispettati”); monitorare l’efficienza della situazione carceraria; finanziare le attività di professionalizzazione (“Come quelle svolte dalla cooperativa In cammino, ripristinando le borse di lavoro e concedendo vantaggi economici alle aziende che assumeranno ex carcerati in prova”); investire nel recupero e nella riabilitazione (“attraverso le nuove misure della giustizia ripartiva e la mediazione penale”); realizzare una regia complessiva tra gli enti locali (“per evitare l’attuale frastagliamento di iniziative e progetti”); realizzare il progetto (“Una casa per amico”) proposto dall’associazione ”Il Delfino” che “contenga alcune unità abitative per utilizzare i regimi di semilibertà finalizzandoli a un effettivo reinserimento”. (cs)