Italia

Giornata contro pedofilia: Meter, quasi 600mila foto pedopornografiche

Il monitoraggio e la denuncia di Meter fornisce una mappatura mondiale di elevata importanza. La pedofilia si combatte tra repressione e prevenzione. Bisogna fare di più. «Per rendersi conto che è un ‘crimine contro l’umanità, quanti bambini devono essere coinvolti nel turpe fenomeno di abuso, violenza, maltrattamento per renderci conto del dramma inascoltato dei bambini perpetrato da adulti, singoli, e organizzazioni criminali per il mercato?», si è chiesto don Fortunato Di Noto, fondatore dell’Associazione, presentando il Report 2014 (dati non di sondaggio, ma verificabili presso l’Osmocop (Osservatorio mondiale contro la pedofilia di Meter) e la Polizia Postale Italiana. I dati – corrispondenti alle denunce presentate da Meter – parlano di 574.116 foto a oggetto pedopornografico (coinvolti minori da 3 a 13 anni), 95.882 video e 621 tra foto e video «pedo» di neonati (0-3 anni). Da sottolineare l’aumento vertiginoso proprio di neonati violati, soprattutto da donne (70%). Il fenomeno è trasversale: si va dalla produzione artigianale e amatoriale, a quella familiare, a quella criminale (set fotografici professionali).

L’analisi dei dati indica come l’Europa sia il continente col record negativo. Il 37,34% delle segnalazioni viene dal Vecchio Continente, seguito da Africa (24,67%), America (23,25%), Asia (12,93%), Oceania (1,8%). È da notare che il primo posto, nel 2013, era occupato dall’Africa. La pedofilia viaggia in rete e il materiale viene condiviso attraverso gli archivi telematici di singoli utenti, che con Dropbox, iColud e Box.com, mettono a disposizione della rete. Meter ha monitorato e denunciato molti archivi: 353 Dropbox (5.496 foto e 2.975 video), 36 iCloud (1.348 foto e 3.873 video), 3 Box.com (6.676 foto e 1.336 video).

Scorrendo i dati del Report 2014, si scopre che il numero di siti segnalati alle autorità competenti dalla sezione monitoraggio Meter è cresciuto: dal 2003 al 2014 i siti segnalati sono 115.493. L’«offerta» pedofila ha scoperto un nuovo modo di comunicarsi rappresentato da altri canali che non sono necessariamente i siti. Oggi ci sono, infatti, i social network e gli archivi telematici. Il «deep web» è la nuova forma di rischio su Internet: una serie di domini entro altri domini che porta a nascondere tutto e renderlo quasi irrintracciabile. In un anno le segnalazioni sui social network sono diminuite, ma i rischi di molestia e adescamento per minori su FB e Vkontakte sono in crescita. Questo perché il social network permette al pedofilo di fornire false identità.