Italia

I poveri? Un «termometro» per la salute del pianeta

di Marco Giorgetti

La benedizione apostolica che Benedetto XVI ha inviato al V Forum dell’Informazione Cattolica per la Salvaguardia del Creato, organizzato a Pistoia da Greenaccord con la partecipazione di oltre 70 giornalisti provenienti da tutta Italia, ha sottolineato con forza l’importanza e l’urgenza di una profonda e costante riflessione sulle tematiche ambientali e gli equilibri dell’ecosistema. Anche il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha inviato un messaggio in cui ha definito particolarmente importante questo forum, per il grande potenziale di diffusione di una sensibilità ambientale meno preconcetta e più matura, che sappia coniugare aspetti etici, scientifici, ed economici, superando gli estremismi e una cattiva informazione.

Dopo il saluto di mons. Mansueto Bianchi, vescovo di Pistoia, e delle autorità istituzionali presenti, ha preso la parola  il presidente di Greenaccord, Gian Paolo Marchetti, che ha voluto porre l’accento sul significato del tema scelto per questo incontro annuale: il rapporto tra povertà e salvaguardia del Creato. «Un tema molto impegnativo – ha detto – ma ineludibile. I poveri sono il termometro della salute del pianeta: il grido della terra è il grido dei poveri. Ed è importante che la stampa contribuisca a formare le coscienze sulla responsabilità personale nei confronti del natura e dell’habitat dell’uomo, per favorire un più sobrio stile di vita che eviti di saccheggiare l’unico pianeta che abbiamo, che c’è stato donato da Dio, consegnato dalle generazioni passate e che dobbiamo preservare per le generazioni future».

L’inizio dei lavori è stato affidato ad un importante ospite internazionale, il vescovo brasiliano Antonio Possamai, Vice Presidente della Commissione Episcopale per l’Amazzonia, che nel corso del suo intervento dal titolo «Il grido che giunge dall’Amazzonia» ha denunciato con fermezza la gravissima situazione che sta portando alla distruzione della foresta amazzonica e dei suoi abitanti, nell’indifferenza generale e in nome degli interessi politici, della volontà dei grandi latifondisti e degli interessi economici nazionali e internazionali legati ai biofuel e alle industrie siderurgiche della regione.

«L’Amazzonia – ha detto Possamai – è uno dei più grandi e più complessi insieme di ecosistemi del mondo. Occupa un’area di 7.010.000 km2 e corrisponde al 5% della superficie della Terra, al 40% dell’America Meridionale, al 59% del Brasile. Contiene il 20% della disponibilità mondiale di acqua dolce non congelata, l’80% dell’acqua disponibile nel territorio brasiliano. Riunisce il 34% delle riserve forestali del mondo ed una gigantesca riserva di minerali. Circa il 30% di tutte le specie di fauna e flora del mondo si trovano in questa regione. Bene, tutto questo, se si continua in questo modo, nell’arco di pochi anni sarà distrutto!».

Senza considerare gli interessi del «capitale» nazionale e internazionale, che secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Colonizzazione e Riforma Agraria del 1999, controlla direttamente o indirettamente, legalmente o illegalmente, quasi metà del territorio dell’Amazzonia e ha trasformato quest’area in terra di affari per i profitti di pochi». Ma siamo appena all’inizio…

È Sergio Castellari, rappresentante dell’Iccp, il network di ricerca sull’ambiente che ha ricevuto il premio Nobel per la pace lo scorso anno, ad intervenire: «Il cambiamento climatico provocherà grandi carestie ed alluvioni che, direttamente e indirettamente, «muoveranno» nei prossimi decenni 600 milioni di persone che non potranno far ritorno alle proprie terre». Non vuole generare allarmismi ma non indugia nel dichiarare che: «Il riscaldamento del sistema è inequivocabile, il suo recente rallentamento è momentaneo, aumenta l’umidità a disposizione dei cicloni tropicali e l’effetto serra, dal 1970 le siccità sono più intense e lunghe, la calotta artica si è ridotta, così come la copertura nevosa e i ghiacciai, nei prossimi decenni avvertiremo forti cambiamenti climatici che porteranno di conseguenza a grandi migrazioni».

Particolarmente interessante sia l’intervento di Luciano Scalettari, sul traffico criminale dei rifiuti tossici, che il contributo di mons. Mansueto Bianchi, sulla necessità di cambiare i propri stili di vita a favore di scelte ecocompatibili.

Ad applaudire l’intervento del Vescovo ci sono sia il vicepresidente del Senato, Vannino Chiti, che condivide la ricerca di una sobrietà fatta di gesti concreti, che ci responsabilizzi tutti, sia l’ex presidente del Wwf e dei Verdi, Grazia Francescato, la quale rimprovera alla sinistra di essersi inaridita ed ai media di essersi arenati in un modello di informazione arido e forviante basato solo su 3 P: potere, polemica e pettegolezzo. «Dobbiamo recuperare anche noi – continua la Francescato – una dimensione spirituale nel rapporto con la natura, quella dimensione l’abbiamo messa tra parentesi».

Sulla necessità di un forte cambiamento pone l’accento monsignor Paolo Tarchi, direttore del-l’ufficio nazionale della Cei per i problemi sociali e il lavoro: «Le ferie possono essere il momento migliore per rinnovare l’alleanza con il Creato. Usare il tempo del riposo per recuperare la dimensione del tempo e dei luoghi che ci sono stati dati in dono.  Dobbiamo rimettere al centro le persone, soprattutto quelle che hanno esigenze primarie, le più povere. Per farlo occorre affrontare una grande sfida culturale che non può prescindere dall’alleanza tra ecologia della natura e l’ecologia umana».

IL COMMENTOdi Mauro Banchini

Molte le immagini da questa edizione del forum di Greenaccord, la prima ospitata a Pistoia. Un forum di nicchia, riservato ai cronisti cattolici e che non avrebbe sfigurato sulle testate più lette se una certa pigrizia nella categoria (ma è solo pigrizia oppure c’è un disegno perché di certe cose non si parli?) avesse impedito di dare spazio a certi stimoli. Due immagini: le foto di Luciano Scalettari, inviato di «Famiglia Cristiana», e il video della Conferenza Episcopale amazzonica proiettato dal vescovo Antonio Possamai.

Sono anni che Scalettari, giornalista d’inchiesta, scava sui loschi traffici di rifiuti tossici in partenza dai nostri porti e in arrivo nei luoghi più dimenticati del Sud. A Pistoia ha portato le prove di bidoni inquinanti serviti all’inizio degli anni Novanta come base per costruire una strada in Somalia. E ha portato due foto. Inquietanti testimonianze di bambini con gravi malformazioni. Sono frutti avvelenati del nostro progresso, prove giornalistiche di «bombe ecologiche» disseminate nel mondo solo per far costare meno le merci. Si potrebbe – ha aggiunto – farle diventare giudiziarie, ma occorrerebbe una campagna di scavo sotto la strada. Basterebbero 60 mila euro per aprire, forse, un processo. Soldi che non si trovano. Inquietante anche il video portato dal vescovo Possamai con le della castagnera, il gigantesco albero simbolo dell’Amazzonia e delle foreste che l’uomo sta uccidendo.  «Da terra di lavoro per tutti – ha detto il vescovo – a terra di affari per pochi».

Ma da Pistoia («Il grido dei poveri e la salvaguardia del Creato») sono arrivate anche buone notizie. Una riguarda i giornalisti (Greenaccord, Ucsi e Fisc hanno indetto un premio annuale – Sentinella del Creato – per giornalisti che raccontano l’ambiente. Ed è stato approvato un appello al Parlamento: togliere i reati ambientali gravi dalle norme in definizione per impedire le intercettazioni telefoniche).

Ma la buona notizia vera, per certi aspetti clamorosa, riguarda la Chiesa. Oltre al messaggio del Papa, il presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi mons. Francesco Coccopalmerio ha portato altro. La salvaguardia del Creato – ha detto – «deve entrare nel Codice di Diritto Canonico».

Una rivoluzione, considerato che si tratta del ministero che, in Vaticano, elabora le leggi della Chiesa promulgate dai Pontefici. «Di fronte alle sfide che riguardano il Creato e l’ambiente in cui l’uomo vive e lavora, la Chiesa deve adeguare la sua legislazione, in modo da orientare la sensibilità dei credenti verso stili di vita che tengano conto delle effettive risorse del nostro pianeta da condividere non solo fra tutti gli uomini ma anche con le altre creature che popolano la terra».In una calda domenica mattina di inizio estate, nello storico Palazzo dei Vescovi a fianco della cattedrale di Pistoia, il forum di Greenaccord non si poteva chiudere in modo migliore.

IL COINVOLGIMENTO DELLA DIOCESI

Si chiama Alfredo Bellini, è un missionario di 87 anni, collegato con la  parrocchia pistoiese di Quarrata. Vive in Amazzonia. Ha creato una emittente («Radio Buona Notizia») per aiutare evangelizzazione e promozione umana in un territorio complesso. Dal Forum di Greenaccord, si è pensato a un collegamento telefonico in diretta e padre Bellini ha spiegato la sua azione pastorale. A collegamento concluso, il collega Claudio Farnetani di Rai International ha raccontato che l’anziano prete era commosso. Questo uno degli esempi di coinvolgimento della comunità pistoiese con il forum di Greenaccord.

Altri si potrebbero raccontare: un intervento dal pubblico per segnalare i guasti ambientali dai cannoni sparaneve e dal cemento che copre l’Abetone; il coinvolgimento di gruppi giovanili (comprese le volontarie hostess di sala, subito nominate «le greenaccordine»); la Messa nella chiesa di San Giovanni Fuorcivitas con la comunità parrocchiale e un coro interparrocchiale; il rapporto con le due attività economiche del territorio (Ansaldo Breda con le locomotive e la Moreno Vannucci per i vivai); il coinvolgimento di tutte le istituzioni locali (Comune, Provincia, Regione) e del mondo bancario (Cassa di Risparmio, Fondazione Cassa di Risparmio, Fondazione BCC Pistoia e Vignole); un’assai apprezzata citazione, da parte del presidente della Cassa di Risparmio, dell’opera di un artista pistoiese, lo scultore Marino Marini, con i suoi «cavalli inquieti» e «i cavalieri indeboliti». Immagine presa poi a prestito per definire il rapporto fra uomo sempre più debole e ambiente sempre più instabile.

Ma è stato il vescovo Bianchi ad appassionare. Un denso intervento con spunti biblici e progettualità pastorali. Ha chiesto di diminuire gli sprechi, privilegiare il trasporto pubblico, usare prodotti biodegradabili per l’igiene ambientale e personale, puntare sul commercio equo e solidale, scegliere Banca Etica, boicottare le multinazionali inquinanti, privilegiare l’energia rinnovabile.

M.B.