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IMMIGRATI: CARITAS DEL MEDITERRANEO, UN PERMESSO DI SOGGIORNO «EUROPEO»

(Cagliari, dall’inviata Sir) – Un «permesso di soggiorno europeo» per motivi di lavoro basato sulla valutazione complessiva dei flussi di immigrati necessari a coprire i posti disponibili in Europa. Ovverossia «l’Europa decide chi e quando entra». È la proposta emersa a Cagliari a conclusione del Migramed meeting organizzato dal 16 al 18 maggio da Caritas italiana, in collaborazione con Caritas Cagliari, che ha riunito intorno ad un tavolo dodici Caritas del Mediterraneo (da Marocco, Tunisia, Libia, Turchia, Libano, Algeria, Francia, Spagna, Germania, ecc.) e oltre 300 delegati dalle Caritas diocesane di tutta Italia. «Se è vero che in Europa ci sono 4 milioni di posti di lavoro che nessuno vuole occupare – spiega al Sir Oliviero Forti, responsabile dell’ufficio immigrazione di Caritas italiana -, allora si potrebbe fare una determinazione complessiva dei flussi a livello europeo, valutando le presenze necessarie nei 27 Stati. Una opportunità di questo tipo, se condivisa, sarebbe anche utile per redistribuire il peso tra tutti i Paesi, non solo su quelli che si affacciano sul Mediterraneo, che sono, tra l’altro, i più colpiti dalla crisi economica e occupazionale». Purtroppo, osserva Forti, «forse gli Stati membri non sono ancora disposti a cedere spazi di sovranità nazionale e continuano, come in Italia, con il blocco dei flussi. Ma la posizione italiana contrasta con l’atteggiamento della Commissione europea, che in materia di immigrazione ha invece strumenti e risorse, che potrebbe utilizzare meglio attuando una politica di ingressi per motivi di lavoro a livello europeo». Forti ha invitato l’Unione europea a rivedere anche il Regolamento Dublino II perché «non funziona e causa grossi problemi ai richiedenti asilo e rifugiati, impossibilitati a spostarsi dal Paese di arrivo ad un altro Paese europeo, o rimandati indietro nonostante vivano e lavorino da anni altrove».