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IMMIGRAZIONE: CARITAS, 126.000 IRREGOLARI IN PIÙ NEL 2010, A TRAPANI IL MIGRAMED FORUM

Ad un anno dal varo del “pacchetto sicurezza” e della politica dei respingimenti in mare gli sbarchi sono ridotti di un terzo (da 150.000 a 50.000) ma gli irregolari sono “in forte aumento”: 126.000 in più rispetto all’inizio del 2009. In Italia sono attualmente 544.000 gli immigrati irregolari, il 10,7% del totale (5.101.000 gli immigrati al 1° gennaio 2010). Sono i dati forniti dal mensile “ItaliaCaritas”, anticipato al SIR, in un approfondimento in vista del “Migramed Forum”, l’iniziativa proposta da Caritas italiana che riunirà dal 16 al 18 giugno a Valderice (Trapani) tutte le Caritas del Mediterraneo (comprese Turchia, Algeria, Libia, Marocco) ed esponenti delle amministrazioni locali ed europee. Al termine del Forum verrà stilata la “Carta di Trapani”, per fare appello a istituzioni civili e comunità ecclesiale perché “lo spazio mediterraneo sia inteso come luogo d’incontro, non di scontro e avversione”. Nel mensile Caritas vengono fornite cifre per dimostrare che, nonostante le politiche repressive, “gli irregolari soggiornanti nel nostro Paese non sono affatto diminuiti”. Anzi, secondo una recente ricerca curata dall’Università Cattolica di Milano, “sono aumentati di 126.000 unità rispetto al 2009”.I “viaggi della speranza”, infatti, “riguardano solo il 10% degli immigrati” – osserva la Caritas – mentre “la stragrande maggioranza di loro arriva in Italia atterrando con un visto turistico” e poi, “non potendo dimostrare di avere un impiego regolare, diventano automaticamente clandestini”. “La tentazione di affidarsi esclusivamente alle politiche di allontanamento – commenta Oliviero Forti, responsabile del settore immigrazione di Caritas italiana – è un’operazione a perdere, sia per il migrante che per la società che se ne priva. Senza considerare che i respingimenti in mare hanno sì azzerato gli sbarchi a Lampedusa, tranquillizzando l’opinione pubblica, ma i costi umani (e sul piano del diritto) di queste operazioni sono inimmaginabili, poiché gli ‘indesiderabili’ respinti sono oggi rinchiusi nelle carceri libiche, privi di garanzie minime di rispetto dei diritti umani e soggetti a continue vessazioni”. Secondo Forti, per provare ad alleggerire la presenza irregolare, “forse basterebbe tentare una politica dei flussi di ingresso più realistica” (negli ultimi anni, a fronte di una richiesta del mercato di 300.000 immigrati l’anno i governi hanno risposto “con flussi assolutamente insufficienti”), “normative meno farraginose” e “strade” rispettose dei “diritti umani” che sostengano “i bisogni dei Paesi di origine e quelli dei Paesi di accoglienza”. (Sir)