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INTERNET: RICERCA EUROPEA, IL 12% DEI RAGAZZI TURBATI DALLA RETE

“Più del 12% dei ragazzi europei si dichiara turbato o infastidito dalla rete”. Lo afferma una nuova ricerca promossa dalla London School of Economics di Londra che ha coinvolto 23 mila ragazzi tra i 9 e i 16 anni in 25 Peasi europei. Capofila del progetto, chiamato “Eu Kids Online” per l’Italia è l’Osscom, Osservatorio sulla Comunicazione dell’Università Cattolica di Milano. Senza trascurare i pericoli i ricercatori sottolineano come “la maggioranza dei bambini non si sia imbattuta in esperienze destabilizzanti nel corso della navigazione e che anzi si sia trovata perfettamente a proprio agio in situazioni che gli adulti considerano rischiose”. A suscitare disagio nei giovani internauti sono contenuti come la pornografia, il bullismo, messaggi a sfondo sessuale. Difficilmente però simili esperienze sono oggetto di discussione e condivisione con i genitori. “Dalla ricerca – spiegano i curatori – emerge infatti come la maggioranza dei genitori di bambini che hanno sperimentato situazioni pericolose in rete sia del tutto inconsapevole di quanto accaduto ai propri figli”. Le interviste hanno inoltre rivelato come i bambini più piccoli siano anche maggiormente vulnerabili ai pericoli della rete. Il dato non è trascurabile se si considera che i ragazzi cominciano a usare la rete sempre prima: l’età media del primo accesso alla rete in Italia è 10 anni. Secondo la ricerca “La Repubblica Ceca, l’Estonia, la Lituania e la Svezia sono i paesi che registrano un più alto tasso di incidenza dei rischi online; in Italia, Portogallo e Turchia la percentuale di bambini che si sono imbattuti in pericoli online è invece tra le più basse in Europa”. I principali risultati della ricerca sono disponibili nel report “Risks and safety on the internet”, scaricabile dal sito www.eukidsonline.net. Il progetto è finanziato dalla Commissione Europea. Lo studio mostra come un maggiore uso delle rete da parte dei ragazzi significhi anche un aumento delle opportunità e non soltanto dei rischi online, e che i rischi non si traducono necessariamente in esperienze dannose. “La ricerca – spiega Sonia Livingstone, fra le autrici del rapporto – mostra come i ragazzi comincino a usare internet sempre prima e sempre più spesso. Internet è ormai parte integrante della vita dei giovani in tutti i paesi europei, e i ragazzi svolgono molte attività online, spesso vantaggiose come l’uso di internet per i compiti, per guardare video e comunicare con gli amici nei servizi di messaggistica istantanea”. Tuttavia, continua l’esperta, “i bambini più piccoli hanno maggiori difficoltà a superare le esperienze negative online, quindi le politiche di promozione della sicurezza online e di alfabetizzazione digitale dovrebbero essere rivolte ai più piccoli”.Sir