Italia

«Italicum», la Consulta boccia ballottaggio e capolista

Per quanto riguarda le «pluricandidature» è stata cassata la disposizione che consentiva al capolista eletto in più collegi di scegliere dove prendersi il seggio, che verrà invece assegnato per sorteggio nel caso in cui risulti eletto più volte. La legge elettorale che esce dalle mani della Consulta è perciò un proporzionale con sbarramento al 3% e premio di maggioranza (il 55% dei deputati) al partito che supera il 40%. Da ricordare che al senato è attualmente in vigore ciò che resta del vecchio «Porcellum», dopo la correzione operata dalla stessa Corte costituzionale: un sistema proporzionale con sbarramento al 2 per cento per chi sta in coalizione e al 4 per cento per chi corre da solo.

I rilievi su questi aspetti erano contenuti in cinque ordinanze giunte dai tribunali di Messina, Torino, Perugia, Genova e Trieste. Tredici i giudici presenti ieri nell’aula della Consulta, quando è stata discussa la causa, che ha avuto per relatore Nicolò Zanon. Poi hanno parlato a lungo gli avvocati anti-Italicum e a seguire l’avvocato generale dello Stato, Massimo Massella Ducci Teri, che aveva il compito di difendere l’Italicum per conto della Presidenza del Consiglio.