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LIBERTÀ DI STAMPA: REPORTER SENZA FRONTIERE, 42 GIORNALISTI UCCISI NEL 2003

Sono stati 42 i giornalisti uccisi lo scorso anno, “un anno micidiale per la libertà di stampa”, come informa Reporter senza frontiere nel suo bilancio di fine anno. E’ il numero più alto dal 1995 (quando furono ammazzati 49 giornalisti, di cui 22 in Algeria), mentre nel 2002 erano stati 25. “L’enorme spiegamento militare e la copertura mediatica senza precedenti della guerra in Iraq hanno sicuramente giocato un grosso ruolo”, spiega l’organizzazione che si batte per la difesa della libertà di stampa, particolarmente preoccupata perché “per i giornalisti, fare la copertura mediatica della guerra sta diventando un’attività sempre più pericolosa”: “Il rischio non prevedibile di attentati, che si aggiunge ai tradizionali pericoli che ogni guerra comporta, e l’utilizzo di armi sempre più sofisticate, rendono inefficace la formazione e la protezione dei giornalisti, mentre appare sempre più evidente che i belligeranti si occupano più di vincere ‘la battaglia delle immagini’ che del rispetto della sicurezza dei professionisti dei media”.

Anche il numero di giornalisti aggrediti e minacciati ha raggiunto un livello molto elevato (1460) mentre quello dei giornalisti sotto inchiesta (766) e dei media censurati (491) ha toccato nuovi record nel 2003. Il costante aumento di attentati alla libertà di stampa rispetto al 2001 è, “senza alcun dubbio – dichiara Reporter senza frontiere -, legato alla lotta contro il terrorismo e alle leggi speciali adottate da alcuni paesi dopo gli attentati dell’11 settembre”. Sono inoltre 123 i giornalisti prigionieri nel mondo, oltre a 61 cyberdissidenti.

Il Medio-Oriente è il fanalino di coda della libertà di stampa nel 2003. Qui è il maggior numero di giornalisti uccisi (16), ex-æquo con l’Asia, che è anche la più grande prigione del mondo per i giornalisti, i cyberdissidenti e gli internauti. Sir