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LOTTA ALLA PEDOFILIA: METER, SCMASCHERATE 100 COMUNITÀ PEDOFILE SU UN SOCIAL NETWORK

Una “ragnatela di pedofili” senza precedenti: 100 comunità pedofile oscurate e sequestrate presenti in un social network, con contatti da tutto il mondo compresa l’Italia; come dei “ragni” 18.181 iscritti alle comunità comunicavano, attiravano e scambiavano centinaia di migliaia di video e foto (con notizie sullo scambio di bambini. Migliaia i bambini coinvolti. Un universo non più virtuale ma reale, in cui potevano iscriversi e scambiare materiale pedopornografico (foto, video, appuntamenti con bambini) in tutta tranquillità attraverso uno dei più rinomati social network Usa: materiale che gli investigatori italiani e americani dichiarano essere “un vero e proprio orrore”, dai neonati a bambini di tenerissima età oggetto di abusi e violenze. A fare la scoperta e realizzare i risultati del minuzioso “screening della ragnatela pedofila” sono stati gli operatori dell’Associazione Meter di don Fortunato Di Noto (www.associazionemeter.org), organizzazione pioniera nel contrasto alla pedofilia – che hanno consegnato i risultati di un lavoro durato 6 mesi alla Polizia Postale di Catania, coordinata dalla Procura Distrettuale etnea e dal Centro Nazionale per il contrasto alla pedofilia e pedopornografia(Cncpo) e trasmessi alle autorità americane. Migliaia gli italiani coinvolti: l’accesso al social network permette infatti ai pedofili di gestire un “proprio social network” (disponibile anche in italiano) dove è possibile invitare nuovi membri, modificare e sovrascrivere un proprio foglio di stile, aggiungere caratteristiche particolari. “La pedofilia è un crimine, ed Internet ha amplificato il fenomeno”, ricorda don Di Noto, secondo il quale “la vigilanza non è solo virtuale ma reale, così come è reale l’accompagnamento delle vittime che il Centro di consulenza Meter opera con le piccole vittime e le famiglie”. Di qui l’appello ai giornalisti: “Aiutateci a non abbassare l’attenzione”. A proposito della rete di pedofili coinvolta, il presidente dell’associazione Meter fa notare che “non c’è nazione che non ne sia coinvolta, decine di migliaia di persone che producono, scambiano, detengono materiale e violentano bambini. Materiale non virtuale ma reale, così reale che quando ascolti nei video le grida di dolore dei bambini, quando scorsi nelle foto volti di neonati, ne senti la voce, il dramma, il dolore, la sofferenza”.