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Lampedusa: Landri (Caritas Agrigento), in arrivo tenda-ludoteca per i bambini

Landri era presente oggi a Lampedusa alla visita del presidente della Commissione europea José Manuel Barroso e del presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta. Insieme ad altre autorità hanno incontrato l’amministrazione locale e le organizzazioni umanitarie. Fuori programma, sono entrati nel centro. Durante l’incontro con le organizzazioni umanitarie, riferisce Landri, «alcuni eritrei e siriani hanno raccontato perché sono venuti, come si vive dall’altra parte del mare. Gli eritrei hanno chiesto di essere aiutati nel rimpatrio delle salme». Unhcr, Save the children e Croce rossa (le tre organizzazioni che a Lampedusa operano nel progetto «Praesidium», finanziato da Commissione Europea e Ministero dell’Interno) hanno invece «chiesto il potenziamento di Frontex per i salvataggi in mare – prosegue -, mentre la Comunità di S.Egidio ha ricordato la sua proposta d’istituire un Centro europeo di accoglienza sul territorio siciliano».

In risposta alle richieste delle organizzazioni, racconta ancora Landri, il premier Letta ha annunciato che oggi il Consiglio dei ministri «approverà un provvedimento per potenziare l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, prevedendo dei fondi ad hoc». Inoltre sembra che tutte le autorità si siano espresse favorevolmente alla richiesta di «ripristinare tutti i posti del Centro per strutturarlo in un sistema di accoglienza migliore». Per il direttore di Caritas Agrigento la visita di Barroso «è stata fondamentale: almeno si è reso conto delle condizioni in cui si trova il Centro». La comunità lampedusana, invece, «mi è sembrata un po’ perplessa, perché di visite politiche ne ha avute molte. Qui l’atmosfera è di lutto diffuso, soprattutto dopo aver visto le bare nell’hangar». Landri precisa che le proteste della popolazione «sono state molto pacifiche: c’erano cartelloni con fotografie e scritte tipo ‘Mettete la nave Libia-Roma’, oppure l’invito ad aprire corridoi umanitari e trovare una soluzione. Ma la visita si è svolta tranquillamente». «Speriamo si prendano delle decisioni concrete e di ampio respiro – auspica -, senza mettere toppe momentanee che non risolvono il problema, rischiando di trovarci di nuovo di fronte ad una tragedia. Di proclami e provvedimenti ne sono stati fatti tanti, ma non ci si rende conto che la gente continua ad arrivare, rischiando di morire in mare, perché è disperata».

E se tanti si lamentano dei costi dell’accoglienza, osserva Landri, «molti non sanno che se noi consentissimo ai migranti accolti di inserirsi nel tessuto sociale, e di collaborare al futuro del nostro Paese, i costi sarebbero inferiori. Oppure continuiamo a mantenere i migranti in una condizione di dipendenza che richiede interventi del sistema sociale». «Chiediamo di fare in modo che l’attenzione su Lampedusa non scemi – afferma il direttore di Caritas Agrigento – altrimenti rischiamo di restare in attesa della prossima catastrofe per ritornare poi alla passerella mediatica». L’auspicio finale è «che i propositi nati dopo questa tragedia vengano finalmente realizzati e l’Italia possa avere un sistema di accoglienza rispettoso della dignità dell’uomo. Ci auguriamo che Lampedusa possa tornare ad essere un centro di primo soccorso ed accoglienza con una permanenza di 48/72 ore. Strutturando poi un sistema di accoglienza diffusa sul territorio per garantire i diritti umani e i percorsi di integrazione».