Italia

Lavoro: Costalli (Mcl), un progetto per dire «no» al caporalato e ai «nuovi schiavi»

Un progetto che, come ha sottolineato il presidente Mcl rivolto ai quadri dirigenti e agli operatori delle realtà coinvolte dalle attività progettuali, «significa per il Movimento portare alla luce una piaga del nostro Paese già conosciuta da anni, ma mai affrontata con la necessaria determinazione, e che oggi torna invece alla ribalta delle cronache per le molte, spesso oscure, morti sul lavoro».

L’iniziativa, che si inquadra nella legge 383/2000 istitutiva delle associazioni di promozione sociale, prenderà ufficialmente il via dal 1° luglio, inizialmente solo in alcune regioni pilota (Puglia, Campania, Calabria), per poi estendersi, successivamente, all’intero territorio nazionale. «Un progetto – dichiara Costalli – attraverso il quale Mcl ribadisce il suo fermo ‘no’ al sommerso in agricoltura, allo sfruttamento dei nuovi schiavi, soprattutto immigrati, e per contro, riafferma la difesa dei diritti umani a tutto tondo». Come ha spiegato Stefano Ceci, responsabile del progetto, saranno «due le direttrici prioritarie su cui si muoverà l’azione del Movimento, che si avvarrà anche del supporto dell’Associazione lavoratori stranieri del Mcl e della Feder.Agri: una capillare azione di informazione ai lavoratori e, accanto, l’elaborazione di buone prassi, anche attraverso la sensibilizzazione della popolazione e delle forze datoriali. Verranno inoltre attivati sportelli sul territorio che avranno un compito fondamentale nel potenziare le attività di tutela e di informazione ai lavoratori per la realizzazione di una campagna informativa e di sensibilizzazione generale».