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MASSONERIA: MONS. GRAZIANI (CROTONE), «LA CHIESA NON PUÒ NON PRENDERE LE DISTANZE»

“Il coraggio dell’uomo sta nella scelta della verità. E’ proprio per amore di verità che non è possibile per i cattolici l’adesione alla massoneria, ed è per amore di verità che la risposta alla crisi dell’uomo moderno non può trovare alcun conforto da un’ideologia che non sceglie alcun valore”. Lo ha detto questa sera a Vibo Valentia mons. Domenico Graziani, arcivescovo di Crotone-Santa Severina, intervenendo ad un incontro promosso dal vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, mons. Luigi Renzo, sul tema “Massoneria e Magistero della Chiesa”. Per mons. Graziani la scelta è “esercizio di libertà, e chi deliberatamente ‘sceglie di non scegliere’, rifugiandosi nella loggia, rinuncia volontariamente al più prezioso dei beni”. Dopo aver spiegato che la massoneria “non è una dottrina (perché la dottrina presuppone una verità o un dogma eterocostituito), né è un movimento religioso, ma è invece un metodo attraverso il quale più persone riunite cercano risposte, rifiutando l’esistenza di qualsiasi verità o valore e contestano la stessa possibilità di trovare delle risposte partendo da una verità riconosciuta come oggettiva”, mons. Graziani sottolinea che la Chiesa “non può non prendere le distanze dal movimento massonico, perché questo porta inevitabilmente al rifiuto di qualsiasi verità”.Storicamente – spiega mons. Graziani – la Chiesa “ha preso una posizione chiara nei confronti della massoneria, con la scomunica di Clemente XII e successivamente con la scomunica di Pio XII. Tuttavia – aggiunge il presule – “l’atteggiamento della Chiesa non è stato solo di rifiuto ma di attento studio e confronto” e ricorda che nel 1974 la Santa Sede diede incarico alla Conferenza episcopale tedesca di “intavolare una discussione con la massoneria, studiando il fenomeno al fine di stabilire se vi fosse conciliabilità tra le posizioni cattoliche e quelle massoniche”. L’indagine si concluse nel 1980 con l’affermazione dei vescovi tedeschi che “non era possibile per i fedeli cattolici” la “doppia appartenenza” alla massoneria e alla Chiesa.Del lavoro della Conferenza Episcopale Tedesca tenne conto – spiega ancora mons. Graziani – anche la Sacra Congregazione per la dottrina della fede, alla quale si chiedeva, nel 1983, se, con la riforma del Codice di diritto canonico, fosse in qualche modo stata “sanata” la scomunica per i massoni, dato che “il vecchio Codice prevedeva il delitto di appartenenza ad un’associazione massonica, punito appunto con la scomunica, mentre nel nuovo codice non viene inserito il medesimo canone. La risposta della Congregazione fu molto chiara: permaneva il giudizio negativo della Chiesa in merito alla massoneria per i suoi principi ispiratori inconciliabili con la dottrina della Chiesa, per tale motivo l’iscrizione a qualsiasi associazione simile rimaneva proibita, ed i fedeli che vi appartenevano (o vi appartengono) sono in peccato grave e non possono accedere al Sacramento della Comunione”. La Chiesa cattolica – ha affermato mons. Graziani – “non può guardare il movimento massonico in modo neutro né può tollerare che i suoi adepti si professino al contempo cristiani: le due appartenenze sono tra loro inconciliabili”.Sir