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MIGRAZIONI,  MONS. SANCHEZ GONZALEZ (CCEE): LE PAURE DEVONO ESSERE SUPERATE

Il fenomeno migratorio non deve essere analizzato partendo da una “visione negativa”, come se le migrazioni “rappresentassero un pericolo o una minaccia che suscita paura e rifiuto. Queste paure devono essere superate”. Così mons. José Sánchez González, vescovo di Sigüenza-Guadalajara nonché presidente della Commissione “Migrazioni” del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) ha spiegato oggi ai giornalisti come la Chiesa si approccia al fenomeno delle migrazioni. Sarà questo lo stile che caratterizzerà l’ottavo congresso del Ccee sulle migrazioni che si aprirà oggi a Malaga sul tema “L’Europa delle persone in movimento. Superare le paure. Disegnare prospettive” e si concluderà il 1 maggio con la presentazione di un documento finale. In una conferenza stampa che si è tenuta oggi a Madrid, mons. Sanchez ha spiegato che all’incontro del Ccee si rifletterà “sugli aspetti delle migrazioni che ci interpellano e sulle opportunità che si presentano, piuttosto che sui rischi. E’ vero – ha aggiunto il vescovo spagnolo – che le migrazioni comportano dei rischi e dei pericoli; ma questi rischi riguardano molto di più i migranti stessi che le popolazioni e i paesi in cui loro vengono a prestare servizio e lasciare il frutto del loro lavoro e del loro contributo culturale, religioso”.“I migranti – ha proseguito mons. Sanchez González – non arrivano come conquistatori, né come usurpatori, né tantomeno come dominatori, ma come lavoratori”. L’incontro di Malaga si propone di “disegnare delle prospettive” per il futuro con la speranza – ha detto il vescovo spagnolo – che “le nostre conclusioni e le nostre raccomandazioni siano un contributo modesto e umile per l’edificazione di una società e di una Chiesa che rispondano veramente alle aspirazioni e al sogno europeo e alla realtà della Chiesa come casa comune”. I partecipanti (circa un centinaio tra delegati delle Conferenze episcopali d’Europa, direttori nazionali per la pastorale dei migranti e operatori pastorali) analizzeranno le “sfide” poste dal fenomeno migratorio alle istituzioni” che “maggiormente sono interpellate” e cioè la famiglia, le parrocchie, la Società, per “verificare cosa la Chiesa fa e deve fare” e “cosa gli Stati stanno facendo o devono fare”. E riguardo alla famiglia, mons. Sanchez ha detto: “Se il ricongiungimento familiare è un diritto fondamentale, le autorità, i datori di lavoro, la popolazione in genere e dunque anche la Chiesa hanno l’obbligo di favorire e sostenere le famiglie dei migranti”. “Non basta garantire i diritti fondamentali dell’individuo” se “i diritti a formare una famiglia e a condurre una vita degna con la famiglia non sono assicurati”.Sir