Italia

Mafia capitale: Libera, «sistema di corruzione inquietante». Impagliazzo, «chiedere scusa a migranti e rom»

«Ripetiamo ancora una volta: non bisogna difendersi dai poveri e dai migranti. Bisogna difenderli. Seguiamo con molta preoccupazione ciò che sta avvenendo e ribadiamo la necessità che le nostre istituzioni, le nostre forze politiche e anche le associazioni che lavorano in questo campo, chiedano scusa ai migranti e ai rom per ciò che è accaduto, per lo sfruttamento che loro stessi hanno subito da certe politiche». Lo ha detto questa mattina Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, a proposito della seconda ondata di arresti dell’inchiesta sul «Mondo di mezzo», la mafia di Roma capitale. Quarantotto gli indagati nell’ordinanza firmata dal gip di Roma, Flavia Costantini, di cui 44 arrestati all’alba dai carabinieri del Ros (19 in carcere e 25 ai domiciliari) perché accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni e trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante delle modalità mafiose.

Parlando ai giornalisti a margine di una conferenza stampa, Impagliazzo ha detto: «Ciò che sta emergendo e ciò che noi abbiamo segnalato da tempo è lo sfruttamento della povertà, delle situazioni di difficoltà che vivono gli immigrati e i rom a fini di lucro e di potere e questo rende ancora più evidente la necessità di lavorare per una più rapida integrazione degli immigrati. Ci sono molti passi che si possono fare ma queste inchieste stanno mettendo in luce quanto sia mancata una volontà d’integrazione e di risoluzione dei problemi ed evidenziano quanto queste persone e le loro sofferenze siano state invece utilizzate per arricchimento personale o a fini politici».

«Siamo davanti a un sistema di collusione e corruzione inquietante, che ha varcato ogni limite e ha rivelato ciò che tutti sanno da tempo: un sistema che ha potuto esistere e consolidarsi solo nella commistione forte con la politica». È quanto afferma l’Ufficio di presidenza di Libera, commentando in una nota la nuova operazione con 44 arresti collegati all’inchiesta del dicembre scorso. «L’inchiesta Mafia Capitale – si legge nella nota diffusa oggi – si arricchisce di nuovi capitoli che provocano preoccupazione e inquietudine per il quadro che via via viene delineandosi. È sempre più chiaro e grave il grado d’infiltrazione e condizionamento che emerge e che chiama in causa molte persone in ruoli importanti nelle istituzioni locali».

Per Libera, «è evidente che c’è troppa politica che ha fatto finta di non vedere sia le opacità nell’assegnazione degli appalti sia lo smantellamento di servizi. Quella che si è scoperta e che si sta scoprendo a Roma ‘non è mafia con la lupara’, ma uno dei volti della moderna criminalità organizzata, che dimostra oggi più che mai come corruzione e mafia siano due facce della stessa medaglia. La corruzione sottrae denaro che potrebbe essere investito per dare dignità alle persone. È una società che ruba a se stessa». Secondo l’associazione, «abbiamo bisogno di una politica responsabile e di un coinvolgimento sempre maggiore delle forze sane della Capitale e della Regione, ma soprattutto abbiamo bisogno di verità perché sull’inchiesta Mafia Capitale e sulle conseguente prossime future è in gioco la credibilità e la coerenza del nostro Paese».

«Questa gente vede negli immigrati solo povera gente da sfruttare, numeri su cui lucrare e con cui fare i propri comodi, e questo non è solo peccato, è 50mila volte più peccato, ma è anche un gesto d’inciviltà, anzi, questa è prima di tutto inciviltà». È quanto ha dichiarato monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, al Tg2000. Il segretario Cei ha sottolineato la necessità di adoperare nei confronti dei malavitosi «massima fermezza». «Ciò – ha spiegato – non significa metterci contro qualcuno ma scegliere di metterci accanto a storie, persone, sogni e desideri veri, purtroppo sporcati dall’egoismo delle nazioni e da gente che, anche qui in Italia, parla solo alla pancia».