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Marco Pannella: Carlo Casini su «Avvenire», «i nostri duelli e la risposta attesa»

«Il mio primo incontro-scontro con Pannella avvenne nel 1980. Era la prima volta che andavo in televisione. Il programma si chiamava ‘Ping-pong’ ed era trasmesso in diretta subito dopo il telegiornale delle 20. Il dibattito esclusivamente tra lui e me riguardava l’aborto in vista del referendum dell’anno dopo». Carlo Casini, giurista, politico, presidente onorario del Movimento per la vita, ricorda sul quotidiano «Avvenire» la figura di Marco Pannella, scomparso ieri, promotore, fra gli altri, del referendum sull’interruzione volontaria di gravidanza. «Gli posi una domanda – afferma Casini – che attende ancora una risposta: ‘Marco, prima di ogni altra discussione devi dirmi chi è per te il concepito? È o non è un essere umano?’. Rispose che san Tommaso d’Aquino riteneva che l’anima fosse messa nel corpo soltanto dopo 40 giorni dal concepimento. Replicai che san Tommaso non possedeva l’ecografo e che la scienza non aveva ancora scoperto i meravigliosi meccanismi della generazione. Con la consueta abilità dialettica Pannella trascinò la discussione sulla contraccezione cosicché la mia domanda rimase senza una esauriente risposta». Dopo aver richiamato altre occasioni di incontro e di dialogo, Casini scrive: «Immagino che, al di là di ogni apparenza, nel suo impegno ci fosse la percezione della presenza nell’uomo di un mistero che lo rende trascendente su qualsiasi parte del Creato e che lo trascina in un misterioso ‘oltre’».