Italia

Mattarella: Delle Foglie (Sir), «Presidente di grande equilibrio»

Delle Foglie ha ricordato, poi, il «selfie con le suore», all’uscita della Messa, domenica scorsa: «Un’immagine che un po’ mi ricorda anche il nostro Papa, ma che sembra strana per Mattarella, per chi conosce il suo riserbo». Ma che presidente sarà Mattarella? «Sarà un presidente politico, nel senso più alto del termine. Cerco di esprimere il pensiero che affonda le radici direttamente nella straordinaria intuizione di Aldo Moro: mai bisogna augurarsi di non avere una opposizione vera nel Paese, culturalmente adeguata, capace di rappresentare un’alternativa. Questa idea, che in sé contiene il germe di una democrazia compiuta, è quello che io intravedo nei gesti di Mattarella, come l’invito a Berlusconi».

«Sarà il presidente del grande equilibrio, di chi vede in prospettiva un orizzonte per un Paese definitivamente stabilizzato, uscito anche da questa sorta di ‘guerra civile’ della seconda Repubblica, combattuta sui giornali», ha affermato Delle Foglie, che si augura che «Mattarella sarà il presidente di una grande riconciliazione nazionale e il presidente dell’inclusione e della prossimità». Riflettendo sulle conseguenze dell’elezione del presidente sulle alleanze politiche e sul cammino delle riforme, il direttore del Sir ha evidenziato: «Tutto non tornerà come prima, ma il processo delle riforme è irreversibile. Al momento la partita per Berlusconi è ricostruire una formazione di centrodestra per poter concorrere in un eventuale ballottaggio, qualora il Pd non superi la soglia altissima del 40%. C’è un interesse oggettivo alle riforme, quindi credo che l’esito sarà, attraverso mal di pancia, passaggi interni, rimescolamenti e ricompattamenti, quello normale di uno sviluppo delle riforme». Al contrario, «la partita del Governo sarà più tempestosa per alcuni passaggi. Forse nessuno di noi ha immaginato l’abilità politica e strategica di Renzi. In questo momento è forse l’uomo più potente sulla scena politica, ma molti dicono di stare attento a non essere nemico di se stesso. Ci sono momenti nei quali le mani vanno tese anche a chi ha perso. Mai stravincere è una buona regola in politica».