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Migranti: Unhcr, nei primi tre mesi del 2018 gli arrivi in Italia sono calati del 74%

Numeri e grafici per ricapitolare che cosa è successo nel Mediterraneo dal gennaio 2017 a oggi. Il dato più eclatante è «la significativa riduzione degli arrivi in Italia dalla Libia come numero di rifugiati e migranti dal luglio 2017», mentre sono aumentati gli arrivi via mare in Spagna. Nei primi tre mesi del 2018 gli arrivi in Italia sono calati del 74%489 i morti in mare contro gli 870 del primo trimestre 2017 (nel 2017 si calcolano oltre 3.100 morti in mare). Eppure in proporzione le morti sono aumentate: per ogni persona arrivata viva ne morivano 29 nel 2017; quest’anno la proporzione è di un vivo ogni 14 morti. Nel 2017 sono arrivati oltre 30mila minori attraverso il Mediterraneo, di cui oltre 17mila non accompagnati, provenienti soprattutto da Guinea, Costa d’Avorio, Gambia ed Eritrea. Minori soli sono stati il 13% degli arrivi in Italia, il 37% in Grecia.

Guarda con fiducia agli «Stati europei che hanno aperto percorsi sicuri e legali, come i corridoi umanitari» il rapporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), appena pubblicato. Le vie legali per ora «rimangono insufficienti per rispondere ai numeri di chi ha bisogno», ma che comunque hanno reinsediato oltre 26.400 rifugiati, il 54% in più rispetto al 2016. Erano soprattutto in Turchia (38%), Libano (37%) e Giordania (8%), ma provenivano dalla Siria (84%), dalla Repubblica democratica del Congo (4%) e dall’Eritrea (2%). Regno Unito, Svezia e Germania sono i Paesi che hanno ricevuto il maggior numero di rifugiati reinsediati. L’Unhcr ha chiesto posto per 40mila reinsediamenti dalla rotta mediterranea a partire dalla fine di marzo 2018, gli Stati europei hanno offerto 7.190 posti.

L’Unhcr «continua a fare appello» agli Stati di tutta la regione mediterranea e alle istituzioni dell’Ue, affinché «si garantisca l’accesso per le persone che cercano protezione internazionale» e si migliorino le procedure per l’asilo; si migliori la qualità dell’accoglienza, con particolare attenzione ai minori non accompagnati o separati e ai «sopravvissuti a violenze sessuali e di genere»; si rafforzino i meccanismi di protezione per i bambini; aumenti la solidarietà e la condivisione delle responsabilità, anche sostenendo «gli Stati di primo arrivo» con «meccanismi di solidarietà all’interno dell’Ue» e infine «si migliori l’accesso a percorsi sicuri e legali per chi ha bisogno di protezione internazionale, aumentando gli impegni per il reinsediamento e rimuovendo gli ostacoli al ricongiungimento familiare».