Italia

Morte Dj Fabo: Gigli (Mpv), no alla pretesa di allargare le maglie della legge sul fine vita

«Per il pm che ha chiesto di archiviare le incriminazioni a carico di Marco Cappato, le pratiche di suicidio assistito non violano il diritto alla vita quando il malato (o anche chi legalmente lo rappresenta?) ritenga la sua vita indegna di essere vissuta. Di indegna qui c’è solo la pretesa del magistrato di allargare le maglie della legge sul fine vita. Cappato, trasformatosi ormai in imprenditore tanatologico, esulta e annuncia nuovi viaggi della morte in Svizzera». Lo afferma Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento per la vita italiano (Mvp). «Tuttavia – sottolinea Gigli -, oltre alla pelle dei pazienti, farebbe bene a non vendere la pelle dell’orso prima della pronuncia del Gip. Il fatto che il pm abbia chiesto l’archiviazione del fascicolo aperto con l’accusa di aiuto al suicidio di Dj Fabo non significa, per il momento, che non vi siano responsabilità penalmente perseguibili. Peraltro, la partita sul biotestamento, ora all’esame del Senato, non è ancora chiusa e alla luce delle aperture di certi magistrati alcune anime belle del Senato farebbero bene a considerare con più attenzione le ricadute di una legge che costituirà il grimaldello per la legalizzazione dell’eutanasia».