Italia

OPERA LA PIRA, DAL CAMPO INTERNAZIONALE UN IMPEGNO DI RICONCILIAZIONE TRA CRISTIANI, EBREI E MUSULMANI

E’ possibile abbattere il muro della diffidenza e dell’incomprensione tra appartenenti a fedi, popoli e culture diverse, anche quando, come chi proviene da Israele e dalla Palestina, ha alle spalle situazioni di radicato conflitto. E’ possibile “conoscersi reciprocamente, riconoscendo le diverse identità ed imparando ad accettarle”. E’ quanto affermano i giovani partecipanti al Campo internazionale promosso come ogni anno dall’Opera per la Gioventù Giorgio La Pira, nel Villaggio La Vela di Castiglion della Pescaia, al termine di dieci giorni (dal 6 al 15 agosto) intensi di dibattiti, incontri, ma soprattutto di vita in comune. Tra i circa 90 giovani partecipanti, oltre gli italiani, un gruppo di studenti dell’Università Mgimo di Mosca, accompagnati dalla professoressa Tatiana Zonova e dal vice-rettore Igor Loginov, uno di giovani israeliani, sia ebrei che arabi israeliani, ed un altro di giovani palestinesi.

Come sottolineano nel documento finale, approvato all’unanimità e destinato ad essere diffuso oltre che in inglese e italiano, anche in arabo, ebraico e russo, i giovani hanno fatto soprattutto un’esperienza di forte condivisione che ha mostrato, appunto, come il tema scelto per il campo – “Riconciliazione fra gli uomini, riconciliazione fra i popoli” – non fosse una lontana utopia. Nel documento i giovani si impegnano infatti, a continuare questa esperienza nei loro ambienti di vita e a “comunicare agli altri che è possibile comprendere e farsi comprendere, aver fiducia reciproca e saper perdonare, promuovendo processi di riconciliazione”.

La discussione sul tema del campo è avvenuta sia a livello di piccoli gruppi che in momenti assembleari. Ad aiutare i giovani nella riflessione, l’assessore regionale alla riconciliazione tra i popoli, Massimo Toschi, la giornalista del quotidiano israeliano “Haaretz”, Hulda Liberanome, il direttore della Fondazione Giustizia e Solidarietà, Riccardo Moro (che ha affrontato soprattutto gli aspetti economici e politici della riconciliazione), l’ex direttore della Rai e attuale presidente della Lux Vide, Ettore Bernabei, Gianni Piccinelli, docente di diritto islamico all’università di Napoli 2, Leonardo Bianchi, docente di diritto costituzionale all’università di Firenze, l’imam Elzir Izzedin, presidente della comunità islamica fiorentina e don Giovanni Momigli, direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale e il lavoro della diocesi di Firenze. Quest’ultimi due relatori si sono confrontati, assieme a Pnina Bluman, una ragazza ebrea ortodossa del gruppo israeliano, sul delicato rapporto tra appartenenza religiosa e conflitti. “Abbiamo sperimentato – scrivono i giovani nel documento finale – che l’appartenenza a fedi diverse non è la causa dei conflitti, perché ciascuna fede crede in un Dio di pace e proclama l’eguale dignità di ogni essere umano. Per questo le autorità religiose devono riaffermare con forza e chiarezza che nessuno può uccidere in nome di Dio”. “Chi strumentalizza le religioni per giustificare atti di violenza – prosegue il documento – non è un autentico credente. Al contrario la ricerca dell’essenza della fede è di per sé uno strumento di riconciliazione”.

Altro tema trattato quello del perdono e della memoria storica. “Abbiamo preso coscienza – si legge ancora nel documento conclusivo – che per un’autentica riconciliazione, sia tra uomini che tra popoli, non ci è chiesto di dimenticare i torti subiti, ma di perdonarli. Far crescere una cultura del perdono è indispensabile per superare le situazioni di conflitto, spingendo anche le autorità politiche a gesti coraggiosi di pace e di riconciliazione”.

Il testo integrale del Documento campo internazionale 2005