Italia

Osservasalute 2014: urgenti prevenzione e politiche ad hoc. Aumentano tumori

Preoccupa l‘aumento dei nuovi casi di tumori prevenibili. Tra le donne i casi di tumore al polmone, tra il 2003 e il 2013, sono aumentati del 17,7%, alla mammella del 10,5%. Tra gli uomini l‘incidenza del tumore al colon retto è cresciuta del 6,5% (soprattutto in Emilia Romagna). Gli aumenti più marcati si registrano nelle regioni meridionali. Le malattie cardiovascolari continuano a costituire uno dei più importanti problemi di salute pubblica: sono tra le principali cause di morbosità, invalidità e mortalità. La mortalità per le malattie ischemiche del cuore continua a colpire quasi il doppio degli uomini rispetto alle donne; nel 2011 si sono registrati 13,47 decessi (per 10.000) fra gli uomini e 7,46 decessi (per 10.000) fra le donne. A livello regionale il primato negativo spetta alla Campania. «Segnali molto preoccupanti – commentano gli autori del Rapporto – che testimoniano con forza l‘esigenza di investire in prevenzione, soprattutto se si considera che, laddove questa attività è stata svolta si sono ottenuti risultati molto positivi». Ad esempio, i nuovi casi di tumore alla cervice uterina sono diminuiti del 33,3%.

Gli italiani hanno pessimi stili di vita, afferma ancora il Rapporto Osservasalute 2014. Un dato per tutti, la sedentarietà in aumento: da 34,6% a 36,2% negli uomini e da 43,5% a 45,8% nelle donne. Continua inoltre il trend in crescita della percentuale di italiani sovrappeso e obesi: il 45,8% dei soggetti di età ≥18 anni è in eccesso ponderale, soprattutto in Campania e Basilicata. Nel 2012, nella fascia di età 18-64 anni, la prevalenza dei consumatori di alcol a rischio è diminuita rispetto al 2011 di 2,9 punti percentuali tra gli uomini (19,5%) e di 1 punto percentuale tra le donne (8,7%). La prevalenza di binge drinkers è pari a 13,8% tra gli uomini e a 4,0% donne, con valori più alti nella Pa di Bolzano (37,8% uomini e 13,8% per le donne) e più bassi in Campania tra gli uomini (8,8%) ed in Basilicata tra le donne (2,0%). Aumenta invece il consumo di antidepressivi anzitutto in Toscana, nella Provincia autonoma di Bolzano ed in Liguria, mentre i consumi più bassi si registrano in Campania, Basilicata e Molise. Nel biennio 2010-2011 il tasso medio annuo di mortalità per suicidio e stato pari a 7,32 per 100.000 residenti, con punte dell’11,08 in Valle d‘Aosta. Il tasso di mortalità da suicidio è pari a 12,41 (per 100.000) per gli uomini e a 2,97 (per 100.000) per le donne, aumenta al crescere dell’età, in modo esponenziale per gli uomini over 65.

Nel 2012, si legge nel Rapporto Osservasalute 2014, il disavanzo sanitario nazionale ammonta a circa 1,043 miliardi di euro, in diminuzione rispetto al 2011 (1,261€ miliardi) a conferma del trend di sistematica riduzione avviato dopo il picco del 2004 (5,790€ miliardi). L‘organico del Servizio sanitario nazionale sta subendo una costante contrazione con un tasso di compensazione del turnover di 68,9 punti percentuali nel 2012, circa 10 punti in meno rispetto all’anno precedente (78,2% nel 2011).

Forte eterogeneità a livello regionale: Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige mostrano nel 2012 valori >100. Lazio, Puglia, Campania, Molise e Calabria mostrano valori inferiori al 25%, probabilmente «imputabili agli effetti derivanti dai piani di rientro in cui tutte le regioni del Meridione, ad eccezione della Basilicata, sono impegnate dal 2007-2008». In calo la mortalità riconducibile ad inefficienze dei servizi sanitari, inferiore al valore nazionale (pari a 75,14 per 100.000) in 8 regioni: Lombardia, PA di Bolzano, PA di Trento, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Marche. Valori significativamente superiori al dato nazionale si registrano, invece, in Lazio, Campania, Calabria e Sicilia.

Avanza il processo di modernizzazione delle Asl: nel 2014, 80 su 143 utilizzano almeno un canale web 2.0. Al primo posto Marche e Basilicata, seguite da Lombardia, PA di Bolzano ed Emilia-Romagna, riferisce il Rapporto Osservasalute 2014. Per quanto riguarda l‘assistenza territoriale, a livello nazionale, nel corso del 2012, sono stati assistiti, complessivamente, al proprio domicilio 634.986 pazienti. Il numero di pazienti trattati in assistenza domiciliare integrata (Adi) è in continua crescita, attestandosi ad un valore pari a 1.069 casi (per 100.000), con un incremento del 6,07% rispetto al 2011. Permane, dal confronto con gli anni precedenti, una notevole variabilità dell’indicatore legata alla disomogeneità regionale: da un tasso minimo di 145 assistibili in Adi (per 100.000) della PA di Bolzano ad un valore massimo di 3.009 (per 100.000) dell’Emilia-Romagna, cui seguono Friuli Venezia Giulia e Umbria (2.048 e 1.452 per 100.000, rispettivamente).