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PACE: PREMIO UNESCO AL CARD. ETCHEGARAY, LE CONDIZIONI CHE RENDONO LA PACE POSSIBILE

“La pace è possibile” a patto che i diritti umani non vengano ridotti a “merce di scambio tra Stati”, che si prendi in considerazione seriamente il disarmo e che l’opinione pubblica non rimanga “anestetizzata” di fronte ai mali del mondo ma sia capace di “scuotere i poteri costituiti”. E’ questo il messaggio che il card. Roger Etchegaray ha lanciato martedì scorso a Parigi ricevendo insieme al Gran Mufti di Bosnia Mustafa Ceric il premio “Houphouët-Boigny” dell’Unesco per la ricerca della pace che ogni anno viene dato ad una persona o istituzione o organizzazione che hanno “contribuito in maniera significativa alla promozione, alla ricerca, alla salvaguardia e al mantenimento della pace”.

Il cardinale ha ricordato i numerosi viaggi e missioni di pace che ha svolto per conto del Vaticano, legati ai più duri conflitti che si sono alternati negli ultimi decenni: Sarajevo, Liberia, Gerusalemme, Hiroshima. “Oggi – ha detto Etchegaray – capisco meglio il legame che unisce giustizia e pace”. “Tutto si tiene e il più piccolo strappo alla tunica dell’umanità, può minare la pace”. “Oggi – prosegue il cardinale – colgo meglio a che punto i diritti umani siano indivisibili, ed esigono che con eguale e forte determinazione non vengano ridotti a merce di scambio tra Stati che si fanno concessioni per salvare i propri interessi. Mi sento solidale con i militanti dei diritti dell’uomo, spesso incompresi perché la verità dell’uomo che essi difendono vengono più da lontano dell’uomo stesso”. “Oggi, declino con maggiore chiarezza l’antico nome della pace, quello del disarmo, troppo poco preso in considerazione”.

“Oggi, capisco meglio la forza di un’opinione pubblica non anestetizzata, non manipolata, capace di allertare, scuotere i poteri istituiti. Rendo omaggio a quei giornalisti e a quei reporter che si assumono questo difficile servizio, mettendo a rischio la loro stessa vita. Oggi, tocco con mano meglio la fragilità di una pace costruita solo sulle forza degli uomini e non sulla pace donata da Dio”. Sir