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POLITICA, A TRENTO COMMEMORAZIONE DI DE GASPERI; PER ORA NON NASCE LA «COSA BIANCA»

(ASCA) – Trento – «La commemorazione di De Gasperi non è stato il battesimo di una formazione politica». Andrea Riccardi, ministro della cooperazione internazionale, lo ha detto chiaro e tondo, dopo la convention a Trento in cui sono state ricordate la figura e l’opera dello statista trentino Alcide De Gasperi, per iniziativa del presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, e con la partecipazione, fra gli altri, di Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl e del presidente delle Acli, Andrea Olivero. Nessuna «cosa bianca», dunque, si è materializzata in riva all’Adige; nessun nuovo soggetto politico, anzi partitico dei cattolici; nessun terzo polo. Almeno per il momento. Lo hanno ribadito anche Bonanni ed Olivero. «Spetterà semmai alle forze politiche interessate a costituirlo, in vista delle prossime elezioni politiche» ha precisato Bonanni. «Non stiamo pensando ad un soggetto politico – ha precisato Riccardi, facendo sintesi anche del pensiero degli altri protagonisti – ma al rinnovamento della politica, cercando di capire quali idee sono necessarie in questa fase di transizione».

Appunto, quali idee? “Ci vogliono delle idee ricostruttive della democrazia – risponde Riccardi, prendendo a prestito anche il pensiero di De Gasperi -, riportando la cultura a contatto più stretto con la politica e la politica a contatto con la gente, con i giovani in particolare”. C’é, insomma, necessità – ha specificato Riccardi – di una formazione centrista che sappia far dialogare laici e cattolici. Né il ministro del governo Monti né il leader dela Cisl si candideranno, l’hanno escluso loro stessi. Di sicuro scenderà in campo il presidente Dellai, con quello che probabilmente sarà il Terzo Polo, ancorché profondamente rinnovato rispetto all’attuale configurazione.

Sabato scorso era salito a Pieve Tesino anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, per sottolineare questa necessità, a margine della commemorazione di De Gasperi. Un terzo polo tanto più necessario, secondo l’ammissione anche di Bonanni, oltre che di Riccardi, perché forse il bipolarismo della seconda Repubblica non è adatto a rappresentare questa transizione. E, in ogni caso, prima di fondare un nuovo partito, ha messo le mani avanti Bonanni, “c’é bisogno di tante persone che si impegnino a distruggere la politica oligarchica di oggi”. Secondo Riccardi, “l’Italia ha bisogno di una sintesi alta nella politica”. E questa sintesi ha dimostrato di farla molto puntualmente – ha specificato il ministro – il presidente Monti. Di più, “nell’attuale premier vedo un’eco degasperiana”. E a quanti – numerosi – ascoltavano nell’auditorium della Cooperazione è parso di capire che questa era una vera e propria investitura. Ma Bonanni, nel suo intervento, non l’ha fatto intendere. Di Monti ha detto fra l’altro: “Deve perdere questa puzza sotto il naso di tecnocrate un po’ intimamente antidemocratico. Deve per esempio capire che non deve più ripetere ‘no alla concertazioné, perché, la concertazione, al di là di qualche bizzarro rappresentante, è di quanto più nobile ci sia stato nel Paese nei momenti migliori e ha messo insieme volontà imprenditoriali, sindacali, di associazioni, di comunità locali, per sforzi importanti impedendoci di cadere in fossi più profondi”. “Io stimo molto Monti – ha poi precisato il leader della Cisl, a scanso di interpretazioni equivoche – ma Monti deve superare questa difficoltà altrimenti non svolge fino in fondo la sua funzione. Chi si prende la propria responsabilità sarà valutato, penso bene, dagli italiani. Ma questo è il passaggio: altrimenti passeremo manovra per manovra senza mai aggredire i temi veri che scoraggiano i mercati a guardare all’Italia come una situazione stabile e solvibile”.