Italia

PROSTITUZIONE: CARITAS E ENTI DEL SETTORE, «QUESTIONE SOCIALE, NON DI ORDINE PUBBLICO»

“No al disegno di legge sulla prostituzione”: è la posizione unanime, in relazione al disegno di legge approvato oggi in Consiglio dei Ministri contro la prostituzione in strada, espressa da un raggruppamento di organizzazioni sociali che operano nel settore, costituito da Asgi, Associazione Gruppo Abele, Associazione On the Road, Caritas Italiana, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca), Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute, Comune di Venezia, Consorzio Nova, Coop. Sociale Dedalus, Save the Children. Nel documento, inviato nelle scorse settimane al Ministro delle Pari Opportunità, il Coordinamento esprime la sua “seria preoccupazione e il fermo dissenso” in merito all’art. 1.a del disegno di legge, che prevede il divieto di prostituzione in luoghi pubblici o aperti al pubblico. “Vietare la prostituzione in strada – affermano le associazioni – significa spingere chi si prostituisce nel sommerso degli appartamenti, dove chi è sfruttato lo sarà ancora di più, invisibile per forze dell’ordine e operatori sociali”. A loro avviso questa norma “non è solo inefficace ma è innanzitutto controproducente”, visto che “la prostituzione non è una questione di ordine pubblico ma una questione sociale”. Inoltre il ddl “non considera che chi si prostituisce non commette nessun reato contro terzi, anzi spesso li subisce”.“Il giro di vite che il governo ha varato – sottolineano le organizzazioni – avvantaggia, di fatto, gli sfruttatori e danneggia le vittime e i minori, perché l’articolo che prevede il rimpatrio dei minori dediti alla prostituzione sembra ignorare le norme internazionali”. In questo caso si corre un “pericolo nel prevedere procedure accelerate o semplificate o altresì specifiche per il rimpatrio di minori stranieri coinvolti e/o sfruttati nella prostituzione”. Nel documento infine sono contenute una serie di proposte che, secondo gli Enti proponenti, consentirebbero di affrontare le problematiche inerenti la prostituzione e quelle riguardanti la tratta di esseri umani nelle sue diverse forme di sfruttamento. Tra le proposte, “l’applicazione reale, e non a macchia di leopardo, della legge Merlin”, la formazione di chi opera sul campo, la mediazione dei conflitti nei territori dove l’esercizio della prostituzione solleva problemi, la promozione del numero verde in aiuto alle vittime di tratta. Al documento hanno aderito oltre 50 enti e molte altre adesioni stanno arrivando.Sir