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Parlano le donne islamiche. Le due Simone? Nostre sorelle

di Maria Chiara Biagioni“Alhamdullilah! Lode a Dio! Le nostre sorelle sono libere!”. Inizia così il comunicato che l’Ucoii (Unione delle comunità islamiche in Italia) ha diffuso subito dopo la liberazione di Simona Torretta e Simona Pari. Nei giorni che hanno preceduto il ritorno delle due Simone a casa, il presidente dell’Ucoii Mohamed Nour Dachan, si era recato prima in Giordania e poi a Baghdad. Ad Amman, aveva incontrato il Fronte del lavoro islamico della Giordania, la Lega degli intellettuali di Sham, l’Associazione dei laureati in Italia ad Amman e il Centro orientale arabo per gli studi strategici e di civilizzazione e con ciascuno di questi organismi, sono stati lanciati appelli congiunti in favore delle due donne italiane. A Baghdad invece Dachan ha avuto una serie di incontri con il Consiglio degli Ulema ed alcuni esponenti della comunità sciita.

Anche l’Admi (Associazione delle donne musulmane d’Italia), ha fatto sentire la sua voce e in una nota dedica un pensiero al giornalista Enzo Baldoni: “Non abbiamo dimenticato, anzi, verrà sempre ricordato da noi per il suo coraggio, la sua generosità e la sua passione per il giornalismo vero. Voglia questa festosa occasione essere un nuovo momento per invocare la fine dei bombardamenti, degli attentati, della guerriglia, e l’inizio di un’epoca di pace e stabilità per il popolo iracheno”. Abbiamo intervistato ASMAE DACHAN, presidente dell’Admi.

Come avete accolto la notizia della liberazione delle due Simone?

“Siamo felici, ci uniamo alla gioia delle famiglie, alla gioia di tutta l’Italia e delle persone migranti, musulmane e non, che hanno preso a cuore la liberazione delle due ragazze. Ho sentito le loro dichiarazioni, hanno detto di essere state trattate con molto rispetto. Mi ha colpito soprattutto il fatto che si sono addirittura scusati con loro, chiedendo perdono. Tutto questo ci dà la sensazione che ad aver rapito le due volontarie siano state delle bande che volevano soltanto dei soldi”.

Secondo lei, quanto può aver pesato la mobilitazione della società civile?

“Secondo me, tutti gli appelli che abbiamo fatto, la mobilitazione internazionale che c’è stata, il fatto che gli stessi bambini di Baghdad – nonostante i bombardamenti – siano scesi in piazza con le loro mamme per chiedere la liberazione, hanno avuto un peso enorme. Tutti questi messaggi, con le iniziative promosse sia a livello politico sia a livello civile e religioso, sono arrivati e qualcuno li ha sentiti e accolti. Credo anche che la mediazione degli Ulema sia stata molto importante proprio perché sono la massima autorità religiosa in Iraq. È significativo anche il fatto stesso che qualche giorno prima del rapimento, uno di questi Ulema avesse regalato alle due ragazze delle margherite dicendo di considerarle come questi fiori che crescono nel deserto. Tutto ciò fa vedere che ci sono contatti, che bisogna continuare ad avere fiducia nel genere umano”.

Cosa vorrebbe dire a nome delle donne musulmane d’Italia alle due Simone?

“Vorrei dire innanzitutto: finalmente ben tornate! Ringraziamo Dio, abbiamo tirato un respiro di sollievo. I loro sorrisi così raggianti ci hanno rincuorato: erano 21 giorni che stavamo in ansia per loro. Fa molto onore a queste due ragazze il fatto che nonostante abbiano vissuto una situazione di estrema difficoltà come il rapimento, continuino ancora a chiedere solidarietà e pace per il popolo iracheno. Non si sono smentite, hanno dimostrato di essere delle ragazze in gamba fino all’ultimo minuto, senza dimenticarsi delle persone per le quali stavano lavorando”.

Lei è la figlia di Mohamed Nour Dachan che attualmente si trova ancora a Baghdad, lo ha sentito e cosa le ha detto?

“L’ho sentito quando sono state liberate le due ragazze. Era anche lui felicissimo. Conoscendo papà sono sicura che tornerà a casa soltanto con la salma di Baldoni, perché non si arrende facilmente. Conoscendolo, penso che non si accontenti del ritorno a casa delle due Simone sane e salve. Già da prima aveva dato la propria disponibilità per riportare la salma di Baldoni in Italia. Il momento è arrivato, adesso”.

Venerdì 15 ottobre, inizierete il Ramadan. Con quale stato d’animo?

“Il nostro augurio è di poter vivere un Ramadan sereno, il più possibile, un Ramadan dove non ci siano spargimenti di sangue, sperando e supplicando fino all’ultimo che cessino i bombardamenti sull’Iraq e cessi la spirale di violenza in Palestina. Vorremmo che fosse un mese di purificazione, di preghiera, di solidarietà e auguriamo a tutti i musulmani di viverlo nella maniera più bella possibile”.

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