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Profughi: Ac, «Da come affronterà la crisi Europa morirà o risorgerà»

«I fatti delle ultime settimane – scrive la presidenza di Ac – rivelano con la potenza delle immagini una verità già ben nota. La presenza dei migranti nel cuore dell’Europa, da Budapest a Berlino, da Vienna a Londra, mostra in modo evidente che la questione migratoria riguarda tutti gli Stati europei, e non solo quelli affacciati sul Mar Mediterraneo. E che non si tratta di un fenomeno contingente, ma radicato nella storia plurisecolare del nostro continente». L’Ac tiene ben distinti due piani: «Da un lato bisogna ricordare le cause profonde che spingono i migranti a scappare dalle terre d’origine: esse sono spesso legate anche a scelte economiche e politiche rispetto alle quali l‘Occidente ha molte responsabilità, passate e recenti. In secondo luogo, il giudizio globale nei confronti del fenomeno migratorio va tenuto distinto dalle modalità di gestione dell’accoglienza».

«In questo – sottolinea l’Ac – l’Europa si è dimostrata fragile e disunita, non riuscendo a mettere in campo un vero piano d’integrazione ma lasciando spazio, nei singoli Paesi, a situazioni sempre più emergenziali e disumanizzanti». È dunque sulla «capacità di rispondere alla crisi attuale del sistema internazionale, che Papa Francesco ha definito ‘Terza Guerra Mondiale a pezzi’, che l’Europa è chiamata a misurare il suo calore attuale». Per questo l’Ac giudica «inopportune proposte emergenziali come la sospensione degli accordi di Schengen: il progetto europeo vacilla se mette in discussione i suoi stessi capisaldi, ovvero quella cultura dell’incontro che animò i padri fondatori».

Perciò esortano i soci di Ac a «considerare il fenomeno migratorio nella sua complessità. In quanto tale, esso potrà risolversi non grazie a un singolo evento, ma avviando un processo che abbia al centro la dignità della persona e lo spirito evangelico di misericordia e accoglienza». Allo stesso tempo, conclude la presidenza, «nessuno può sentirsi estraneo alle vicende di questi giorni. Ciascuno di noi, dunque, ha il compito di non lasciare prevalere l’indifferenza e la superficialità, ma di impegnarsi in prima persona, anche nei propri contesti locali, affinché la solidarietà e la sapienza prevalgano sull’egoismo e l’impulsività».