Italia

REATO CLANDESTINITÀ: ACLI, ORA ABOLIRLO E DARE PERMESSI PER RICERCA LAVORO

“Riformare la legge 94 del 2009 ed abolire il reato di clandestinità”. E’ quanto chiedono oggi le Acli, Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, dopo la bocciatura da parte della Corte di giustizia di Lussemburgo della normativa italiana in materia di immigrazione, giudicata in contrasto con la direttiva europea sui rimpatri dei clandestini. Una bocciatura – segnalano le Acli – che segue di poche ore la sentenza 16453 della Cassazione a sezioni unite, depositata ieri. A due anni dall’emanazione del famigerato Pacchetto Sicurezza – commenta Antonio Russo, responsabile immigrazione delle Acli – aumentano le crepe in una norma che non tardammo insieme ad altri a definire discriminatoria oltre che di improbabile applicazione. Dopo questa doppia e ravvicinata bocciatura, si rende ancor più urgente riformare la legge 94 del 2009 e abolire il reato di clandestinità, che ha alimentato in questi due anni un inutile contenzioso”. “Ci auguriamo – continua Russo – che queste sentenze spingano il Governo a riprendere in considerazione nuove politiche per l’accesso dei cittadini stranieri in Italia. Il nostro Paese ha bisogno di norme capaci di accompagnare il processo di integrazione degli stranieri e non di leggi ostili, che spesso costringono all’irregolarità. Riconsiderare l’ipotesi di un permesso di soggiorno per ricerca di lavoro può essere la strada giusta da seguire”.Sir