Italia

REFERENDUM: HA GIÀ VOTATO IL 41%, AFFLUENZA IN MEDIA DA QUORUM

(ASCA) – Riaperti stamani alle 7, i seggi per i quattro referendum (due sull’acqua, uno sull’energia nucleare, uno sul legittimo impedimento) chiuderanno definitivamente alle 15. Alle 22 di ieri, secondo i dati diffusi dal Ministero degli Interni, aveva votato il 41,1% degli aventi diritto. Alle 19 l’affluenza era stata del 30,3%, alle 12 dell’11,5. L’afflusso ai seggi di ieri indica che nella giornata di oggi è possibile raggiungere l’obiettivo della partecipazione del 50% per cento più uno degli aventi diritto al voto per far scattare il quorum. I promotori del referendum hanno stabilito una ideale tabella per simulare il raggiungimento del quorum attraverso una media di partecipazione al voto: oltre il 10% di partecipanti da rilevare alle 12, almeno il 40% alla chiusura dei seggi alle 22. I dati finali della giornata di ieri sono in linea con quelle previsioni. Che il quorum sia un traguardo raggiungibile (bisogna risalire al 1995 per citare un referendum abrogativo valido), lo attestano anche le statistiche del Ministero degli Interni. Nella storia dei pronunciamenti referendari, il quorum è stato raggiunto tutte le volte che la prima rilevazione sull’affluenza alle urne delle 12 era segnalata a oltre 10%. Il record di partecipazione appartiene al referendum sul divorzio del 1974: 17,9% alle 12 del primo giorno, 87,7% alla chiusura definitiva dei seggi. Cinque anni fa, il 25 e 26 giugno, nel referendum confermativo per l’approvazione della legge di modifica della seconda parte della Costituzione (non votarono gli italiani residenti all’estero), la prima affluenza rilevò il 10,1% e l’ultima raggiunse il 53,8 facendo scattare il quorum. E’ intanto già polemica sull’interpretazione relativa al quorum fornita dal Ministero degli Interni, secondo cui il conteggio va fatto sul totale dei votanti in Italia e all’estero: il referendum risulterà valido se voteranno 25.209.425 elettori. Pd e Idv contestano questa interpretazione: il quorum, secondo le opposizioni, è sufficiente che scatti sul territorio nazionale con 23milioni 559mila di votanti. Potremmo quindi assistere nel pomeriggio a una querelle politica e giuridica, se dovesse risultare necessario sommare ai votanti in Italia quanti – all’incirca 3 milioni – hanno esercitato il loro diritto di voto all’estero. Bisogna anche ricordare che gli elettori residenti all’estero hanno votato prima che il quesito sul nucleare fosse riformulato su richiesta della Cassazione, il che potrebbe dare il via a ricorsi sul conteggio o meno di queste schede.