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RONDINE: INCONTRO CON VICE-MUFTÌ DEMIR, «CI SONO CONFLITTI PERCHE’ NON CI CONOSCIAMO ABBASTANZA»

(Istanbul) – Proseguono, nel corso del “viaggio dell’amicizia” della delegazione di Rondine – Cittadella della pace, gli incontri con i leader religiosi: all’appuntamento della mattinata con il patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, è seguito, nel pomeriggio, quello con Sabri Demir, vice-muftì di Istanbul. “Se oggi ci sono dei conflitti – ha affermato – è perché non ci conosciamo abbastanza”. Il religioso ha indicato nella Turchia e nella città di Istanbul una sorta di “ponti” naturali tra culture e religioni, perché “qui siamo esattamente a metà tra Asia ed Europa e abbiamo sviluppato una cultura della tolleranza con tutti i Paesi con cui abbiamo una vicinanza geografica e con cui siamo venuti in contatto nella nostra storia”. Demir ha ricordato che “in tutta la Turchia moschee, chiese e sinagoghe convivono senza problemi le une accanto alle altre ed è così da mille anni”; il vice-muftì ha indicato nel prossimo Ramadan, che comincerà l’11 agosto, uno degli esempi di buona armonia tra le religioni, “perché in quel periodo i musulmani devono osservare l’astinenza dal cibo, durante il giorno, e i fedeli delle chiese cristiane e delle sinagoghe turche preparano per loro da mangiare, la sera”.Nel suo incontro con il gruppo di Rondine, Demir ha sottolineato che in effetti, nei Paesi musulmani, “negli ultimi cento anni sono sorti molti conflitti”, ma questi eventi non sono legati, secondo il suo parere, alla religione, ma a questioni di interessi geopolitici internazionali. Il vice-muftì ha spiegato che la Turchia è “un Paese laico” dove esiste un ministero per gli Affari religiosi statale, da cui dipendono i muftì delle province e dei sobborghi, ma c’è una totale divisione tra le sfere dei due poteri e la libertà di culto è garantita, “perché noi non partecipiamo alla vita politica e lo Stato non interviene nelle faccende religiose”. Ascoltando le esperienze di convivenza tra giovani ebrei, musulmani e ortodossi a Rondine, Demir ha paragonato gli studenti a un “giardino di rose, dove ognuna ha un diverso colore e profumo, ma nessuna è più bella di altre” e si è augurato che l’associazione “che ha degli obiettivi così nobili, si diffonda in altri paesi del mondo”.Sir