Italia

Renzi: concluso intervento a Senato. Discussione, alle 20 replica

Non qui per record anagrafico ma per chiedere fiducia. «Io non avrei l’età per sedermi in Senato e questo mi fa pensare che non sono qui davanti a voi per inseguire un record anagrafico o per delle soddisfazioni personali, ma, parlando con il linguaggio della franchezza al limite della brutalità, siamo qui per chiedervi la fiducia».

Voglio essere ultimo premier a chiedere fiducia al Senato. «Vorrei essere l’ultimo presidente del consiglio a chiedere in questo ruolo la fiducia al Senato».

Questo è un governo politico, non è una parolaccia. «Questo è un governo politico e noi pensiamo che ‘politica’ non sia una parolacccia».

Fino al 2018 se cambiamento radicale. «Arrivare al 2018 ha senso solo se avvertiamo l’urgenza di un cambiamento radicale».

Al M5S, noi non abbiamo paura delle elezioni. «Vorrei dire al Movimento 5 Stelle che sono segretario di un partito che non ha paura delle elezioni, anche in Sardegna dove ci sono stati problemi».

Nella tradizione europeista sta la parte migliore dell’Italia. «Nella tradizione europeista sta la parte migliore dell’Italia, la certezza che abbiamo un futuro».

Non saremo credibili se arriveremo a semestre Ue senza riforme. «Non saremo credibili se non riusciremo ad arrivare al semestre europeo senza avere sistemato quello che noi dobbiamo sistemare».

Legge elettorale: farla per evitare che politica perda faccia. «La nuova legge elettorale, l’Italicum, è la risposta all’esigenza per evitare che la politica perda ulteriormente la faccia».

Discussione su provincie si sposti in riforma titolo V. Sul delicato tema delle provincie «invitiamo a riflettere su una possibile soluzione semplice e evidente». Ovvero «chiudere il ddl Delrio, non votare a maggio, ma nella discussione del titolo V riproponiamo il tema, torniamo a discutere su che cosa sono le provincie».

Parlamento si faccia carico con noi di tempi rapidi. «Non consideriamo il Parlamento un inutile orpello. Non abbiamo l’idea di venire a dettare la linea e a chiedere che rapidamente la si esegua. Ma vi chiediamo di farvi carico del fatto che il tempo non è più una variabile indipendente».

Guideremo futuro politico Ue se avremo compiti fatti per semestre. Se l’Italia arriverà a luglio con i compiti fatti saremo «in grado di vivere il semestre europeo studiando proposte così da guidare l’Europa politica nei prossimi venti anni».

Partire dalla scuola. «Di fronte alla crisi economica non si può non partire dalla scuola. Nelle prossime settimane vedrete concreti risultati». «Domani scriverò una lettera ai miei colleghi sindaci per chiedere a tutti di avere un punto della situazione sullo stato dell’edilizia scolastica» ha proseguito il premier. «Dal 15 giugno al 15 settembre dovremo fare un piano per intervenire in modo concreto e puntuale sull’edilizia scolastica, un programma nell’ordine dei miliardi di euro». Renzi ha inoltre rimarcato: «Con quale credibilità possiamo dire questo» cioè che la scuola è centrale nel programma di governo «se gli investimenti in edilizia sono bloccati dal patto di stabilità interno?».

Taglio a due cifre del cuneo fiscale. Risultati entro sei mesi. «Riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale attraverso misure serie e irreversibili, non solo attraverso il taglio della spesa, per avere nel primo semestre del 2014 risultati immediati e completi».

Crisi: numeri parlano di tracollo Paese. «I dati sul calo del Pil, che ha perso dal 2008 al 2013 9 punti percentuali, la disoccupazione giovanile che è passata dal 21,3% ad oltre il 41,6% e la disoccupazione che dal 6,7% è arrivata al 12,6%, non sono i numeri di una crisi ma numeri di un tracollo». Renzi ha poi aggiunto che «non si tratta di rispondere semplicemente con numeri a numeri: la crisi ha il volto di uomini e donne, non di slide». Sono numeri, aggiunge, che impongono «un cambio radicale delle politiche economiche» con «interventi concreti».

Con piano lavoro anche piano industriale per ogni singolo settore. «Insieme con il piano lavoro faremo una sorta di piano industriale per i singoli settori». Tra i settori Reni ha citato quello della «chimica verde, dell’innovazione applicata alla ricerca, del dissesto idrogeologico».

Ogni centesimo spesa pubblica visibile on line per tutti. «Bisogna fare emergere in modo netto che ogni centesimo di spesa della Pubblica amministrazione deve essere visibile on line da tutti i cittadini».

Cambiamo i connotati al fisco. Con la delega fiscale «dobbiamo puntare a un fisco con connotati diversi per eliminare l’immagine secondo la quale chi è potente e famoso la ‘sfanga’, mentre a causa di un milione di errori i cittadini abbiano paura della Pubblica amministrazione».

Basta derby ideologici su giustizia, asset reale nostro Paese. «Esiste una vita reale, sulla giustizia non possono esserci solo derby ideologici. La giustizia è un asset reale».

In giugno in Parlamento pacchetto per riforma giustizia. «Credo sia arrivato il momento di mettere, nel mese di giugno, all’attenzione del Parlamento un pacchetto organico» di riforma della giustizia «a partire dalla giustizia amministrativa». «Abbiamo vissuto 20 anni di scontro ideologico» sulla giustizia, ha proseguito il premier «dopo 20 anni le posizioni sono calcificate e intangibili». Per Renzi si deve cominciare dalla giustizia amministrativa, ma proseguire con quella civile («oggi la lunghezza del procedimento civile è tale per cui non solo se ne vanno gli investimenti ma anche la certezza che le situazioni siano redimibili») e poi con quella penale.

A immigrati nati in Italia cittadinanza dopo un ciclo scolastico. Bisogna dare la possibilità «a una bambina nata in Italia di essere considerata italiana dopo un ciclo scolastico».

Aprire la cultura a investimenti privati. «La cultura si mangia, è l’alimento di cui si nutre l’anima, per questo è necessario apririsi a investimenti privati che creino posti di lavoro».

Marò: vicenda allucinante. Garantisco impegno governo. «Ho chiamato i due concittadini bloccati da troppo tempo da un’allucinante vicenda per cui garantisco un impegno personale e del governo».