Italia

Rifugiati, rapporto Astalli: nel 2013 in Italia 27.830 domande asilo, soprattutto dalla Siria

Ulteriore dato «problematico» la differenza tra il numero dei richiedenti asilo siriani in Italia (appena 695) e quello registrato in Paesi del nord Europa come la Svezia (16.317) e la Germania (11.851). Dati che, secondo i curatori del rapporto, dicono che «chi cerca protezione è ben consapevole della difficoltà del contesto italiano e cerca in ogni modo un’altra destinazione». Il totale dei pasti distribuiti dalla mensa nel 2013 (102.675) è rimasto costante rispetto al 2012, con una media giornaliera di pasti offerti tra le 350 e le 400 unità. Dato «che conferma tragicamente – si legge ancora nel rapporto – l’incapacità del sistema di accoglienza italiano di dare risposte, persino ai bisogni più immediati».

Secondo il Rapporto 2014, le nazionalità più rappresentate sono sostanzialmente in linea con i principali Paesi di origine dei richiedenti asilo in Italia: Mali, Costa d’Avorio, Afghanistan, Senegal, Pakistan, Eritrea, Nigeria, Guinea. Pochissimi i siriani, a conferma del dato nazionale. In netto aumento gli utenti del Centro Astalli in Sicilia, regione particolarmente sollecitata dagli sbarchi di migranti forzati, e in particolare a Palermo, dove si è registrato un aumento di quasi il 20% rispetto al 2012. «Anche nel 2013 – prosegue il rapporto – le Prefetture sono state costrette a reperire sui territori posti di accoglienza aggiuntivi, facendo ricorso a procedure emergenziali non giustificate dai numeri degli arrivi». Secondo il Centro Astalli, «quello che continua a fare difetto è la programmazione»: bisognerebbe «tarare il numero dei posti sul numero delle persone arrivate (un riferimento utile potrebbe essere la media degli arrivi dei tre anni precedenti)». Allarmante il dato secondo cui almeno 2.500 rifugiati vivono a margine della società, in condizioni di assoluto degrado. Nel 2013 il Centro Astalli, anche attraverso progetti di accompagnamento specifici che prevedevano l’erogazione di contributi economici, ha cercato di sostenere concretamente il difficile percorso verso l’autonomia di alcuni titolari di protezione internazionale.

Ancora più complessa la situazione di chi ha una famiglia a carico, oppure intraprende una procedura di ricongiungimento familiare. Le famiglie rifugiate richiedono un’attenzione particolare e una progettualità complessa, che tenga conto di una varietà di fattori, riferisce ancora il rapporto del Centro Astalli. La povertà più preoccupante, evidenzia il documento, «è quella culturale»; per questo occorre contrastare pregiudizi, valutazioni superficiali, allarmismi ingiustificati, e promuovere un’informazione corretta e una riscoperta di valori fondamentali come la solidarietà e l’ospitalità. A tale fine il Centro Astalli nel 2013 ha dato nuovo impulso alle attività di informazione, sensibilizzazione e comunicazione. Oltre 18.700 studenti sono stati coinvolti nei progetti didattici sul diritto d’asilo e sul dialogo interreligioso promossi dal Centro Astalli in 13 città italiane. Sono sempre numerose le persone che scelgono di dedicare tempo, energie, competenze e professionalità ai richiedenti asilo e rifugiati: nel 2013, nelle 8 città in cui il Centro Astalli opera (Roma, Palermo, Catania, Trento, Vicenza, Napoli, Milano, Padova) sono impegnati 486 volontari.

I richiedenti asilo e i rifugiati «vanno accolti con dignità e nel rispetto dei loro diritti. Non si tratta di buonismo o di carità; è una questione di giustizia». Ad affermarlo è padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli, presentando questa mattina a Roma il Rapporto sull’attività svolta nel 2013. Padre La Manna rivolge il pensiero al gesuita olandese Frans van der Lugt, che viveva ad Homs e collaborava con gli operatori e i gesuiti del Jrs Syria per sostenere la popolazione civile, ucciso ieri mattina. «La sua testimonianza – sottolinea – ci ricorda l’importanza di rimanere fedeli alle persone in difficoltà che scappano da guerre e persecuzioni». Oggi «è finita l’epoca delle risposte emergenziali; occorre accogliere, e in maniere progettuale» «Siamo stanchi – prosegue il religioso – dell’assenza di un sistema unitario di accoglienza in Italia», ed è «triste che la politica, preoccupata del consenso, non parli di questi temi». «Abbiamo bisogno di persone coraggiose», il monito del religioso, perché «facciamo i conti con eroi, con persone ancora disposte a pagare per rimanere fedeli al proprio credi politico o alla propria religione». 600mila gli arrivi attesi in Italia. Da p. La Manna il ringraziamento agli istituti religiosi romani che, dopo l’appello del Papa lo scorso 10 settembre al Centro Astalli, hanno aperto le porte a richiedenti asilo e rifugiati.