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SCUOLA, CREDITO FORMATIVO PER ORA DI RELIGIONE; SODDISFAZIONE DI MONSIGNOR TOSONI PER PARERE CONSIGLIO DI STATO

“Gli Idr e l’Irc non sono realtà separate, ma parti vive della scuola: questo è stato ribadito ancora una volta. E’ un primo grande frutto a ridosso dell’immissione in ruolo di oltre 15mila Idr (insegnanti di religione) e della consapevolezza maturata in questi anni di riforma scolastica della disciplinarietà dell’Irc, un insegnamento effettivamente dentro le finalità della scuola, aperto a tutti, credenti e non credenti, come sa bene la maggioranza dei figli degli immigrati che sceglie di avvalersi dell’Irc”. Mons. GIOSUÈ TOSONI , responsabile del Servizio nazionale per l’Irc (Insegnamento della religione cattolica) della Cei, esprime soddisfazione per l’accoglimento, da parte del Consiglio di Stato, dell’appello del ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni contro l’istanza cautelare di sospensione del Tar del Lazio sull’ordinanza ministeriale relativa al contributo dell’Irc alla formazione del credito scolastico. E intanto rimane alta la percentuale degli studenti che in Italia si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica: complessivamente il 91,2% nell’anno 2006-2007, secondo il citato Servizio Irc, che in collaborazione con l’Osservatorio Socio-religioso del Triveneto ha condotto uno studio in 193 diocesi italiane su 226, corrispondenti ad una percentuale dell’85,4 per cento. Un dato che arriva al 94,6% nelle scuole primarie, si attesta sul 92,9% nelle secondarie di primo grado e scende all’84,6% nelle secondarie di secondo grado. Nelle regioni del Sud le adesioni più alte; a quelle del Nord la “maglia nera” dei non avvalentisi.

A giudizio di mons. Tosoni “la risoluzione del Consiglio di Stato” è “di evidente rilievo storico per la disciplina Irc”. Il responsabile del servizio Cei rileva la “tempestività con cui il ministero dell’Istruzione si è attivato” di fronte “al ricorso che arrivava proprio a ridosso degli scrutini”, in modo da “garantire la completa funzionalità dei Consigli di classe, dove anche la valutazione dell’Irc fosse assicurata”. Riferendosi a “coloro che non si rendono conto o non vogliono riconoscere il rilievo scolastico dell’Irc” e continuano ad opporsi ad “un insegnamento che ritengono solo, o prevalentemente, funzionale alla presenza della Chiesa cattolica in Italia e di impronta catechistica”, mons. Tosoni rammenta che il 91,2% degli studenti ha scelto di avvalersene nell’anno scolastico 2006-2007, ed auspica l’avvio di “una discussione serena, non pregiudicata da posizioni ideologicamente irremovibili” perché, sottolinea, “c’è una bella differenza, per esempio, nell’intendere l’Irc come comunicazione della fede cristiana” o “riflessione” su di essa. “Qualora il ricorso e la conseguente sospensiva del Tar fossero andati in porto – rileva inoltre il responsabile del servizo Cei – ci avrebbero rimesso anche gli alunni non avvalentisi dell’Irc (l’8,8%)”, perché avrebbero perduto il credito scolastico che l’ordinanza riconosce a chi di loro “in qualche modo opera una qualche ricerca a scuola” o “si dà da fare anche fuori di essa”.

Sir