Italia

SERVIZIO CIVILE: MONS. RICCHIUTI, COLTIVARE INSIEME SOGNO DI PACE E GIUSTIZIA

«Il mondo giovanile chiede cambiamenti e coinvolgimento da parte degli adulti» per «non smettere di coltivare insieme il sogno della pace e della giustizia»: lo ha detto oggi a Roma mons. Giovanni Ricchiuti, arcivescovo di Acerenza e segretario della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, nella sua relazione al seminario nazionale “Educare i giovani alla giustizia e alla pace”, promosso dal Tavolo ecclesiale sul servizio civile, un coordinamento di organismi della Chiesa italiana (tra cui Caritas, Migrantes, Ac, ufficio nazionale per la cooperazione missionaria tra le Chiese, ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro e il Servizio nazionale per la pastorale giovanile) impegnati dal 2003 nella promozione del servizio civile. Mons. Ricchiuti ha osservato nei giovani “un disagio profondo”. Anche se numerose indagini sociologiche li descrivono “con molti luoghi comuni e stereotipi”, ad esempio “incapaci di ascoltare” e generalmente tendenti al “disimpegno”, la Chiesa, ha sottolineato l’arcivescovo di Acerenza, “guarda ai giovani con fiducia e speranza”. “Sono convinto – ha detto – che i giovani siano anche sconcertati dal presente e pessimisti sul futuro. Ma se incontreranno adulti cristiani capaci di educarli alla pace e alla giustizia secondo percorsi non omologati, potranno tessere relazioni e incamminarsi insieme”. L’arcivescovo ha citato esempi di giovani che si sono organizzati e che portano avanti le loro istanze per un mondo di giustizia e di pace: “gli indignati (a parte le derive violente)”; “i giovani coraggiosi impegnati nelle cooperative nei luoghi confiscati alle mafie”; “le forme pacifiche di protesta ai vari G8 e G20”. Mons. Ricchiuti ha invitato a “denunciare con coraggio il commercio di armi”, con un riferimento all’attualità: “A volte – ha fatto notare – sembra che l’Italia sia orgogliosa di aver vinto commesse per la produzione di carri armati, aerei militari, ecc. Tutti dicono che il settore è fonte di occupazione e lavoro. In realtà non si vogliono cambiare determinate logiche”. Contro “la rassegnazione e il pessimismo” che ha pervaso il mondo pacifista, ha concluso, “come cristiani dobbiamo tornare a scuotere le coscienze e proclamare con forza la beatitudine della pace”. Sono quindi necessari percorsi di formazione “alla giustizia e alla pace, alla non violenza, al servizio, alla cittadinanza responsabile e al bene comune”. (Sir)