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SETTIMANALI FISC: MONS. GIULIODORI (CEI), GRANDE RISORSA PER LA SFIDA EDUCATIVA

“Il settimanale diocesano rappresenta una grande risorsa per le sfide che la Chiesa italiana si prepara ad affrontare sul versante educativo”. Lo ha ricordato oggi a Roma mons. Claudio Giuliodori, presidente della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali, nella relazione d’apertura dell’Assemblea nazionale elettiva della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc). Riprendendo gli “Orientamenti pastorali” per il decennio, mons. Giuliodori ha sottolineato “tre aspetti” che devono “interpellare” i settimanali diocesani. In primo luogo “la convinzione che la scelta dell’educazione” deriva non da “un’emergenza sociologica”, ma è “un’esigenza connessa con la missione evangelizzatrice della Chiesa”. Secondo, l’educazione “si realizza all’interno delle relazioni umane e nell’apertura alla relazione con Dio”. “In terzo luogo appare necessario realizzare una grande alleanza educativa tra tutti i soggetti a vario titolo coinvolti”. Nell’ottica “di un progetto educativo che veda crescere le sinergie tra i diversi soggetti” va, secondo il vescovo, “un laboratorio che, a partire dallo studio degli ‘Orientamenti’, consenta ai settimanali diocesani e agli altri media della comunità ecclesiale di dare il loro imprescindibile e fondamentale contributo al cammino della comunità ecclesiale”. Mons. Giuliodori ha poi fatto riferimento alle “rapide e profonde trasformazioni” che sta vivendo il mondo della comunicazione, ricordando che “gli ‘Orientamenti’ c’invitano ad abitare in modo consapevole e intelligente questo nuovo contesto esistenziale”. “Di fronte all’affermarsi di una piattaforma comunicativa sempre più ampia, dinamica e interattiva, caratterizzata soprattutto dal dilagare dei social network, la comunicazione tradizionale su supporto cartaceo sembra destinata a scomparire”. Tuttavia, ha aggiunto, “se da una parte non appare così scontato il tramonto dei media su supporto cartaceo”, “dall’altra è ineludibile il confronto con i nuovi linguaggi mediali e, soprattutto con le nuove dinamiche antropologiche che li accompagnano”. In questo scenario “i settimanali diocesani hanno una partita da giocare di straordinaria rilevanza” e “agli operatori della comunicazione è chiesto di contribuire in modo decisivo alla salvaguardia e alla promozione di una ‘comunicazione buona’, perché è evidente che nessuno potrà educare alla vita buona senza una ‘buona comunicazione’”. E “la via di un’equilibrata e intelligente contaminazione con i linguaggi della rete senza perdere la qualità e la forza della riflessione tipica dei settimanali diocesani potrebbe essere la via maestra su cui incamminarsi”. La forza dei settimanali diocesani, ha rilevato il presidente della Commissione episcopale per le comunicazioni sociali, è il “radicamento ecclesiale” e il “legame con il territorio”. La loro peculiarità sta nell’essere “sguardo illuminato dalla fede e voce profetica della comunità ecclesiale nel territorio geografico, sociale e culturale della diocesi. La forza dei settimanali deriva quindi dal radicamento nel tessuto ecclesiale e dalla costante lettura, con gli occhi della fede, della vita concreta di un determinato territorio”. A tal riguardo, ha precisato, “occorre una riflessione culturale che riprenda il valore del territorio e ne attualizzi il significato alla luce di profonde e veloci trasformazioni culturali e sociali”, poiché “il territorio oggi più che mai ha bisogno di prospettive e orizzonti nuovi che, senza nulla togliere a un’identità, lo rendano ‘cantiere di futuro’”. Mons. Giuliodori ha quindi evidenziato che “la missione dei settimanali è quella di ‘fare cultura cristianamente ispirata’”. “Non si tratta – ha detto – di una cultura marginale o confessionale”, ma “in grado d’intercettare le domande vere e decisive per la vita dell’uomo contemporaneo, come ci ha insegnato in questi anni il progetto culturale della Chiesa italiana”. Ancora, tra le sfide che i settimanali diocesani dovranno affrontare il vescovo ha citato “l’evangelizzazione della cultura contro la ‘dittatura del relativismo’” e si è soffermato sulla necessità di “un’azione sinergica dentro una comunicazione organica della Chiesa italiana”. “La logica delle sinergie – ha annotato – dovrà segnare un decisivo salto di qualità perché il radicamento sul territorio e l’attenzione al locale sono rafforzati e potenziati dalle sinergie orizzontali (tra i diversi media della diocesi) e verticali (collaborazione con i media nazionali)”. In particolare, il vescovo ha puntualizzato che “di grande rilevanza, sia per l’abbondanza dei materiali forniti sia per la linea comune e qualificata di riflessione che viene puntualmente fornita, è certamente il contributo dell’Agenzia SIR, che rappresenta un prezioso strumento di collegamento e di crescita culturale”. Un pensiero infine alla Fisc, il cui patrimonio più grande è “l’amicizia tra i direttori”. “Nei settimanali diocesani si sono formate generazioni di giornalisti e di comunicatori. Bisogna continuare su questa linea formativa – ha concluso – per avere nuove generazioni di operatori della comunicazione dotati di una fede matura e di qualificate competenze”.