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SOCIAL FORUM, BRUNI (FOCOLARI): I CATTOLICI SARANNO PRESENTI

“Il rischio di strumentalizzazioni ideologiche c’è ma è più importante la posta in gioco del rischio che si corre. Non è giusto che la Chiesa stia fuori a guardare per paura. L’amore scaccia il timore”. E’ il parere di Luigino Bruni, docente di economia politica dell’Università statale di Milano-Bicocca, a proposito della presenza dei cattolici nell’ambito del Social Forum europeo che si apre domani (fino al 10 novembre) a Firenze. Bruni coordinerà il seminario autogestito dal Movimento dei Focolari sull’economia di comunione (imprese che destinano parte dei profitti ai poveri e alla formazione), a sono numerosi gli appuntamenti sui temi della giustizia, della pace, dei diritti umani e del dialogo interreligioso promossi dalle organizzazioni cattoliche (tra cui Rete di Lilliput, Tavola della pace, missionari, ecc.).

Il Social Forum prevede 160 seminari, 180 workshop, 30 conferenze che si svolgeranno principalmente nella Fortezza da Basso e 75 eventi culturali nella città e nei comuni limitrofi e la manifestazione finale contro la guerra del 9 novembre. I cattolici avranno come luogo d’incontro S.Maria Novella (dove organizzeranno ogni giorno in piazza animazione per ragazzi e altre iniziative) mentre in chiesa verrà allestito uno spazio permanente di preghiera ecumenica. Anche altre parrocchie della città diventeranno luoghi di silenzio e preghiera ecumenica e interreligiosa. “Per un senso di responsabilità civile – dichiara Bruni – bisogna entrare dentro il processo di globalizzazione, essere presenti in modo critico e propositivo e portare la nostra parola tra le altre. Certo ci sono dei rischi, potremmo diventare, senza volerlo, i cattolici ‘no global’, ma noi sappiamo di non essere così. Il primo a sporcarsi le mani con la storia è stato Gesù, quindi questa è una scommessa e una sfida che non si può non raccogliere. Saremo presenti anche nelle realtà dove si può portare anche una testimonianza. Se ci saranno le condizioni parteciperemo anche alla manifestazione finale insieme agli altri”.

Bruni non teme eventuali polemiche, critiche o strumentalizzazioni: “Si sa che i mass media e i politici hanno bisogno di slogan. Ma questo non ci preoccupa. Noi abbiamo una nostra proposta da portare avanti come Chiesa. Non siamo contrari alla globalizzazione ma vogliamo governarla, darle un’anima. Non accettiamo l’immagine di un mercato cattivo e di buoni che dall’altra parte tappano i buchi. E’ il mercato stesso che deve diventare più umano e dare spazio anche alla reciprocità. La globalizzazione è un fatto, più che osteggiarla cerchiamo di portare una proposta concreta per renderla più a misura di persona”.