Italia

Servizio civile, quella scelta che può cambiare la vita

Non possiamo certo dire che in questi anni la storia del servizio civile in Italia ci abbia fatto annoiare: ed il «Sì» definitivo dell’Aula della Camera alla riforma del terzo settore, approvato pochi giorni fa in via definitiva va a mettere un ulteriore tassello – speriamo definitivo – al sistema servizio civile. Se da un lato la riforma per la prima volta dopo venti anni definisce il terzo settore, diverso dallo Stato e dal privato, specificandone regole e caratteristiche, dall’altro valorizza e riorganizza il variegato mondo del no profit, un insieme di soggetti che svolgono un ruolo strategico fondamentale per uno sviluppo sostenibile, comunitario e partecipato. Si parla di 4,8 milioni di volontari, 681 mila dipendenti, 271 mila lavoratori esterni, 6000 lavoratori temporanei, il 6,4% delle unità economiche attive, con una grandissima eterogeneità di forme associative, 11 mila cooperative sociali, 6 mila fondazioni.

Ma una delle parti cruciali della riforma è rappresentata dal servizio civile universale. Ma che vuol dire universale? Sicuramente non vuol dire obbligatorio, bensì capace di coprire tutta la richiesta di volontariato che proviene dai ragazzi dai 18 ai 28 anni. Potrebbero essere davvero 100 mila i ragazzi che ogni anno potranno scegliere di donare un periodo della propria vita (8 o 12 mesi) ad attività di difesa e protezione della patria non armata e nonviolenta (importantissima questa definizione, perché porta con se tutta la storia dei primi obiettori di coscienza dal dopoguerra ad oggi), ovvero per tutelare i beni del nostro Paese nei campi dell’istruzione, della sanità, dell’ambiente, dell’integrazione, dello sviluppo e della valorizzazione del patrimonio culturale.

Numeri impossibili? No se pensiamo che nell’ultimo bando sono state 160 mila le richieste, con 35 mila posti messi a disposizione dal bando ordinario e altri 15 mila su bandi speciali e garanzia giovani (50 mila posti – la metà, oggi in totale). Numeri e basta? Certo anche i numeri contano, ma soprattutto esperienze che danno una svolta spesso alla vita dei ragazzi, aiutandoli a sviluppare competenze e capacità o a orientarli verso settori a cui altrimenti non avrebbero mai guardato.

In attesa che i decreti attuativi completino la riforma del terzo settore, ci concentriamo su una prima possibilità, che viene offerta in questi giorni ai giovani, per svolgere il servizio civile: è infatti uscito lo scorso 30 maggio il bando Ordinario 2016  per la selezione dei primi 35.203 volontari (su 42.000 giovani volontari in servizio civile nazionale nel 2016), a cui seguirà a breve la pubblicazione di ulteriori bandi e iniziative in linea di continuità: l’accordo con il Ministero dell’Agricoltura, per 1.000 volontari in servizio civile da coinvolgere in progetti finalizzati a migliorare la conoscenza dell’educazione alimentare e alla tutela del territorio, attraverso lo strumento dell’agricoltura sociale, il bando per altri 2.000 ragazzi da inserire in progetti di promozione del nostro patrimonio artistico e culturale derivanti dall’accordo con il Ministero dei Beni Culturali, ed ancora il Bando per l’impiego di 212 giovani volontari in attività di prevenzione del dissesto idrogeologico e di ripristino dei territori colpiti da calamità naturali previsti dall’accordo con il Ministero dell’Ambiente. Ancora, a breve, e comunque prima dell’estate, verrà pubblicato il bando integrativo per le regioni per utilizzare tutte le risorse disponibili che consentiranno l’avvio di altri 3.000 volontari.

Nel dettaglio ecco i numeri del Bando Nazionale ordinario 2016:

21.359 giovani volontari (di cui 708 all’estero) saranno impiegati nei progetti presentati dagli Enti inseriti nell’Albo nazionale e 13.844 quelli per progetti presentati dagli Enti iscritti negli Albi regionali e delle provincie autonome.

I ragazzi potranno scegliere tra 1.568 progetti (di cui 75 all’estero) presentati dagli Enti inseriti nell’Albo nazionale e tra 2.007 progetti presentati dagli Enti iscritti negli Albi regionali e delle provincie autonome.

Alla selezione potranno partecipare ragazze e ragazzi tra i 18 e i 28 anni interessati ad un’esperienza di cittadinanza attiva nei settori dell’assistenza, della protezione civile, dell’ambiente, del patrimonio artistico e culturale, dell’educazione e promozione culturale. Le domande di partecipazione alle selezioni dovranno essere inviate direttamente agli Enti titolari del progetto entro le ore 14.00 dell’8 luglio 2016.

È possibile presentare una sola domanda di partecipazione per un unico progetto di servizio civile nazionale, da scegliere tra quelli inseriti nel bando nazionale o nei bandi regionali e delle provincie autonome, pena l’esclusione dalla selezione.

Nei prossimi giorni, inoltre, partirà sulle reti del servizio pubblico radio-televisivo la campagna di comunicazione promossa dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, con il consueto claim «Servizio Civile Nazionale. Una scelta che cambia la vita. Tua e degli altri».

*responsabile Servizio Civile Caritas della Toscana

Ecco come fare a contattare la Caritas

Anche Caritas Italiana, uno dei primi enti nazionali, parteciperà al bando: vede finanziati 146 progetti in Italia, per un totale di 1.012 posti, e 6 progetti all’estero per 58 posti. È opportuno quindi contattare quanto prima la Caritas diocesana di riferimento per avere informazioni aggiuntive sul percorso di accesso e selezione e per conoscere meglio i progetti. In generale, occorre tener conto che, per accrescere la conoscenza reciproca e garantire la massima informazione sui progetti e sull’Ente, il percorso è il seguente:

1. un colloquio preliminare (anche prima della scadenza del bando),

2. un piccolo tirocinio presso le sedi di attuazione del progetto, per vedere in concreto cosa si propone (possibilmente prima della scadenza del bando),

3. un corso propedeutico, che rappresenta anche il momento di selezione ufficiale, in cui vengono date altre informazioni sulla Caritas e sul progetto (dopo la scadenza del bando). Suggeriamo quindi di inoltrare la domanda formale solo dopo aver contattato la Caritas diocesana la quale fornirà anche i modelli necessari. La domanda deve comunque pervenire presso le sedi delle Caritas diocesane entro e non oltre la data di scadenza del Bando. Non fa fede il timbro postale ma l’effettiva ricezione della domanda presso la sede.