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Siria: Lotti (Tavola della pace), «contro i venti di guerra dobbiamo generare un nuovo movimento di pace»

Eppure, prosegue, «così ci stiamo giocando quel che resta della pace. Missile dopo missile, bomba dopo bomba, ritorsione dopo ritorsione si degradano le relazioni internazionali, si riducono gli spazi e gli strumenti di iniziativa, si rafforzano i signori della guerra, si moltiplicano i lutti e le sofferenze». Per Lotti, «chi guarda in faccia questa realtà viene chiamato ‘pacifista’, ma è solo un altro modo per silenziare ogni voce responsabile». In realtà, prosegue la disamina, «vogliamo la pace ma… solo per noi stessi. La vogliamo a tutti i costi. Per questo siamo disponibili anche a fare la guerra. Meglio, per la verità, se qualcuno la fa al posto nostro, senza coinvolgerci direttamente, senza rovinare la nostra immagine di persone perbene, educate, civili, rispettose…».

Eppure, avverte Lotti, «così non funziona. Il mondo è sempre più interconnesso e interdipendente. Lo sono le nostre vite, le nostre economie, i nostri ambienti. Nel bene e nel male. Non abbiamo alcuna possibilità di sfuggire alle conseguenze delle nostre decisioni.

Non ci sono solo le guerre. Crisi economica, cambiamento climatico, disuguaglianze, ingiustizie e migrazioni non ci lasciano molto tempo. Quello degli auspici è finito. Ci resta solo il tempo dell’azione» per «ricostruire», innanzitutto, «la capacità di agire assieme. Ciascuno può fare cose importanti. Ma le sfide sono troppo grandi e complesse per affrontarle da isolati».

«Contro i venti di guerra che soffiano da ogni parte del mondo, dobbiamo generare un nuovo movimento di pace fatto di persone che la vogliono per davvero. Persone che ci credono e, siccome ci credono, ci lavorano! Non sarà facile, ma ci dobbiamo provare!», l’appello, connesso anche all’invito a «capire cosa sta succedendo realmente», attraverso «incontri, occasioni di studio, riflessione, dialogo»: «Riuniamoci ovunque è possibile! Facciamo spazio ai giovani! Condividiamo idee e proposte! Generiamo nuovi percorsi! Costruiamo un’agenda comune! Facciamoci sentire! Diamoci da fare con creatività e fiducia! La pace è nelle nostre mani!».