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Strage dei senegalesi, Firenze dice «no» al razzismo

La comunità senegalese di Firenze ha indetto per sabato 17 dicembre una manifestazione per ricordare i due cittadini del Senegal uccisi da Gianluca Casseri e per solidarietà nei confronti dei tre feriti ieri, 13 dicembre. I due uccisi si chiamavano Samb Modou, 40 anni, e Diop Mor, 54 anni. I feriti sono invece Sougou Mor (32 anni) colpito nel pomeriggio in Piazza del Mercato Centrale insieme al connazionale Mbenghe Cheike (42) e Moustapha Dieng (37). “Spero che partecipi tutta la città – afferma l’imam Izzedin Elzir, imam di Firenze e presidente dell’Ucoii – anche oggi tanti concittadini hanno condiviso con noi il dolore e la rabbia e non è una novità per Firenze e per l’Italia: siamo coesi contro qualsiasi atto di violenza, di fascismo, di nazismo”. Già ieri circa 500-600 senegalesi hanno dato vita a una manifestazione sopntaneea a una preghiera in piazza del Duomo (nella foto, i banchi chiusi per lutto al mercato di San Lorenzo).

Alcuni senegalesi si sono incontrati ieri anche con il prefetto Paolo Padoin e con il sindaco Matteo Renzi, che ha proclamato oggi il lutto cittadino, chiedendo anche che l’argomento del razzisimo sia affrontato con gli alunni nelle scuole cittadine. Renzi ha anche assicurato che il Comune si farà carico del rimpatrio delle salme. “É stato un gesto solitario – ha detto Renzi – di un killer lucido, folle e razzista. Un atto lontano dalla cultura della città”. Questo pomeriggio intanto è atteso a Firenze il ministro per la cooperazione e l’integrazione Andrea Riccardi che parteciperà a un incontro in Palazzo Vecchio alle 17.

Sulla vicenda è intervenuto anche l’arcivescovo Giuseppe Betori, che ieri ha dichiarato: «Provo profondo dolore e severa riprovazione per quanto è accaduto oggi a Firenze. Il mio primo pensiero va subito alle vittime che affido alla misericordia del Signore, ai feriti a cui auguro pronta guarigione, alle famiglie e ai loro amici provati da una così grande sofferenza». «Auspico che la mente ed il cuore di ciascuno in questa città – prosegue l’Arcivescovo – siano liberati dagli spettri del razzismo e dell’odio etnico. Firenze ritrovi la sua vocazione di città dell’accoglienza e del dialogo. Ogni manifestazione di odio sia prontamente ricacciata dalla coscienza dei fiorentini». «Siamo davanti a tragedie, non certo a note di colore», ha commentato questi tragici fatti ai microfoni di Tvl il vescovo di Pistoia, mons. Mansueto Bianchi. Pistoiese di Cireglio era Gianluca Casseri il folle che ha sparato. Il vescovo invita a porre “grande attenzione davanti a certi tipi di culture, troppo frettolosamente definite esoteriche, che formano un tessuto giustificativo per l’odio e anche per questo tipo di comportamenti». Occorre anche – ha concluso – “prestare la massima attenzione davanti a atteggiamenti che mirano a moltiplicare la paura verso lo straniero e il diverso, magari sperando di poter trarre vantaggi elettorali, e che possono trovare menti fragili”.

Il Centro internazionale studenti “Giorgio La Pira” e la Fondazione La Pira hanno diffuso una nota in cui ricordano gli incontri tra il “sindaco santo” di Firenze e il presidente del Senegal Leopold Senghor, che nel 1962 proprio in Palazzo Vecchio aveva pronunciato parole di pace e di speranza in un mondo riconciliato e fraterno. “Di fronte ai terribili fatti accaduti – prosegue la nota – esprimiamo il nostro profondo dolore e la nostra fraterna vicinanza a tutti i membri della Comunità senegalese. Ci sentiamo peraltro fortemente sollecitati ad una presa di coscienza e ad un impegno nuovi, immersi in una realtà sociale divenuta per molti aspetti disarmonica e violenta che rischia di condurci verso un processo di disumanizzazione”. Un ringraziamento, infine, per la comunità senegalese fiorentina “per il modo responsabilmente civile e costruttivo, con cui ha reagito alla violenza assurda con la quale alcuni suoi membri sono stati colpiti”.

Sull’episodio pubblichiamo il commento di Franco Cardini

La seduta in Consiglio comunale con il ministro Riccardi