Italia

Strage di Bologna, i familiari delle vittime contestano il governo

«Con tutto il rispetto per Galletti, con cui ho sempre avuto un buonissimo rapporto – ci tiene a precisare il presidente dell’associazione delle vittime, Paolo Bolognesi – abbiamo deciso di dimostrare il nostro gradimento per il Governo uscendo dall’aula. Speriamo solo che, se il ministro farà delle promesse, poi le possa anche mantenere».

Rispetto alle richieste dei familiari delle vittime delle stragi e del terrorismo «sono stati fatti passi avanti». Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, nel suo intervento commemorativo della strage, difende quanto è stato fin qui fatto dalle istituzioni. «Sul fronte della declassificazione, che è un processo complesso, rilevantissimo e necessario per il Paese, sono stati fatti passi in avanti. Le associazioni e le istituzioni hanno un’interlocuzione continua: sta per completarsi il versamento degli atti all’Archivio centrale e la loro digitalizzazione, per la quale abbiamo trovato le risorse, procede con speditezza», assicura Galletti parlando a Palazzo D’Accursio. «Ci sono sicuramente altri ostacoli da superare – ammette – ma anche su previdenziali alcuni passi sono stati fatti e da ultimo alcune questioni sollevate da associazioni hanno trovato soluzioni nella legge 96 del 21 giugno».

Detto questo, conclude il ministro, «sappiamo che non basta e possiamo comprendere l’insoddisfazione. Sappiamo che la strada è ancora lunga, ma posso dire con lo stesso grado di certezza che si sta continuando a lavorare».

Dal palco allestito davanti alla stazione per la commemorazione del 37esimo anniversario della strage, il presidente dell’associazione dei parenti delle vittime del 2 agosto 1980, Paolo Bolognesi aveva spiegato, tra gli applausi, i motivi della protesta: «Siamo stati traditi da chi doveva stare al nostri fianco. Gli impegni presi non sono stati mantenuti, coloro che ricoprono incarichi di Governo non sono stati all’altezza del loro ruolo».

«In un Paese normale – attacca Bolognesi – che voglia definirsi democratico, il percorso di giustizia e verità intrapreso dalla nostra associazione avrebbe dovuto essere costantemente sostenuto e agevolato dalle istituzioni e dallo Stato». Invece, sferza il presidente, «troppo spesso ciò che avrebbe dovuto costituire una risorsa si è rivelato un ostacolo, a volte persino un nemico da contrastare».